Hofstätter raddoppia: dopo lo spumante ecco il vino bianco “fermo” dealcolizzato

TERMENO. Dopo il successo dello spumante dealcolizzato, la tenuta altoatesina Hofstätter raddoppia, e scommette su un particolare vino “fermo” facente ora parte della sua linea di prodotti senza alcol. Quella dei vini alcool-free è una tendenza sempre più in crescita, che si porta con sé novità e polemiche: secondo l’ultima ricerca Nielsen riportata da Wine Spectator, le vendite di questa tipologia di prodotto sono aumentate del 43% nella prima metà del 2021, diventando così la seconda categoria del comparto enologico in più rapida crescita l'anno scorso. Un’idea che ha sin da subito stuzzicato produttori e vinaioli, perché permette di creare e offrire un prodotto valido e che può abbracciare diversi target, mantenendo gusto e aromi intatti. E Martin Foradori Hofstätter, eclettico e poliedrico viticoltore dell’omonima cantina di Termeno, in Bassa Atesina vicino a Bolzano, ha capito sin da subito le potenzialità di tali vini e spumanti.
Non più una provocazione, ma una vera e propria opportunità. Per questo ha deciso di presentare la nuova etichetta “Steinbock Selection Dr. Fischer” durante Vinitaly, la fiera numero uno del settore in Italia alla quale ha partecipato anche una delegazione altoatesina composta da 81 produttori.
«Chi beve analcolico non vuole rinunciare alla qualità. Da qui la scelta di allargare ulteriormente una gamma di prodotti accolta con favore soprattutto dal canale horeca e dall’hôtellerie di alto posizionamento – spiega Foradori Hofstätter -. Le vendite del nostro Steinbock Alcohol Free Sparkling hanno superato ogni aspettativa. Dopo la prima produzione di 21.000 bottiglie della scorsa primavera abbiamo aggiunto già a novembre altre tre produzioni delle nostre bollicine analcoliche. Questo ci ha spinto a valutare l’idea di introdurre anche un bianco fermo dealcolizzato».
E le vendite sono destinate sicuramente ad aumentare dato che i mercati esteri di riferimento come USA, Inghilterra o Giappone si stanno rimettendo in moto solo in questo periodo. «E anche le grandi fiere sono vetrine di lusso che danno la possibilità di presentare prodotti e conquistare nuovi sbocchi commerciali».
L’importanza delle materie prime
Come per lo spumante “Steinbock Alcohol Free”, anche il nuovo vino nasce dal sapiente utilizzo delle materie prime coltivate nei vigneti lungo la Mosella, in Germania, ritenute fondamentali per la tenuta. Alla base del prodotto c’è l’uva Riesling che viene lavorata attraverso un’innovativa tecnica che preserva i delicati aromi della materia prima, togliendo l’alcool contenuto. Il nuovo vino viene prodotto partendo da un Riesling Kabinett che viene inserito all’interno di un’apparecchiatura che permette di ridurre la pressione atmosferica (a circa 15 mbar) e con ciò anche il punto di ebollizione dell’alcol, che passa dagli iniziali 78° gradi ai circa 25-30. Alla fine del processo, si ottiene una bevanda con un contenuto alcolico inferiore a 0,25.

Un vino che si abbina perfettamente con fingerfood, sushi e cucina asiatica, e che andrebbe servito ad una temperatura di 8-10 gradi. Oltre al ridotto contenuto calorico, il vino presenta una colorazione paglierina con riflessi verdolini, un’acidità equilibrata e note di agrumi vivaci al palato.
Il prodotto risulta essere un’elegante alternativa per chiunque intende brindare anche senza assumere alcolici. È pensato, ad esempio, per chi deve guidare, per le donne in gravidanza o per chi pratica sport. Al momento è possibile acquistarlo facendo richiesta sul sito della tenuta.
Polemiche italiane
Foradori Hofstätter può senza dubbio considerarsi un pioniere italiano nel mercato dei vini analcolici. Ha deciso di investire e scommettere su questi prodotti in maniera saggia e oculata, vedendoci una grande opportunità di business e un canale di vendita innovativo. Ma attorno a questa linea di prodotti vige ancora molta confusione e un problema di comunicazione di fondo.

«Oggi il dibattito in Italia è concentrato sul capire sei termini da utilizzare per definire questa tipologia di vino. Il modo in cui viene trattata la tematica mi amareggia molto perché non ci si rende conto che tutti gli altri stati di produzione mondiale ci stanno sorpassando mentre noi perdiamo tempo in futili discussioni – precisa Foradori Hofstätter -. Chi sta cercando di bloccare o almeno ritardare questa nuova categoria di prodotti, deve mettersi in testa, che “Vino senza alcool” non fa minimamente concorrenza al classico vino, tutt’altro, ma fa concorrenza a tutte le altre bevande analcoliche presenti sul mercato. E anche le associazioni di categoria non hanno ancora capito che è meglio lavorare un prodotto che fa parte della propria filiera piuttosto che del vasto mondo degli analcolici».
La tenuta
Hofstätter è da sempre un’azienda vinicola a conduzione familiare che ha scritto la storia dell’Alto Adige. Fondata nel lontanissimo 1907 da Josef Hofstätter, si distingue in materia d’innovazione quando per prima intuisce le potenzialità del vendere il vino in bottiglia, anziché sfuso. Martin Foradori Hofstätter ha iniziato a condurre l’azienda negli anni Novanta, traghettandola verso una nuova era fatta di modernità e nuovi locali e servizi. Nel 2014, Hofstätter acquisisce la storica azienda Dr. Fischer lungo la Mosella, con vigneti nelle migliori esposizioni della Saar. Oggi l’azienda comprende anche Maso Michei, una straordinaria tenuta di alta montagna situata in Trentino.
Secondo i dati del 2019, Hofstätter produce 850mila bottiglie per un giro d'affari di circa 10 milioni di euro. Il 90% della produzione della cantina altoatesina viene venduto in Italia, mentre i mercati esteri più ricettivi sono rappresentati da Usa, Regno Unito, Giappone, Russia, Nord Europa.
Riproduzione riservata © il Nord Est