Gruppo Pittini, meno emissioni e più rifiuti riciclati

Pubblicato il bilancio di sostenibilità del gruppo siderurgico di Osoppo. L'impegno verso uno sviluppo attento alle sfide ecologiche e sociali

Lucia Aviani
L'interno di uno stabilimento del gruppo Pittini.
L'interno di uno stabilimento del gruppo Pittini.

Il gruppo Pittini, da oltre 60 anni leader nella produzione di acciai lunghi destinati all’edilizia e all’industria meccanica, ha pubblicato il bilancio di sostenibilità 2024, che conferma l'impegno aziendale verso un modello di sviluppo industriale improntato alla responsabilità e alla ferma attenzione alle sfide ecologiche e sociali.

Quartier generale a Osoppo, forte di 26 strutture produttive e di servizio logistico tra Italia, Austria, Germania, Slovenia, Repubblica Ceca e Slovacchia (oltre 65 i Paesi serviti costantemente: il valore dell’esportazione si attesta al 70%), il gruppo ha imboccato con convinzione la via della sostenibilità ambientale, inseguita attraverso una serie di misure mirate: gli stabilimenti gestiscono l’intero ciclo produttivo, in un'ottica di economia circolare, spaziando dalla materia prima (materiali ferrosi riciclati) al prodotto finito.

L’acciaio viene ottenuto attraverso le tecnologie più rispettose dell’ambiente per lo specifico tipo di produzione, ovvero con l'utilizzo di forni elettrici Eaf; determinante si rivela inoltre il progetto Zero Waste, avviato fin dal 1995 allo scopo di valorizzare e riciclare i residui della produzione. La sostenibilità, dunque, rappresenta un pilastro della strategia del gruppo siderurgico friulano, che aderisce alle principali linee guida nazionali ed europee del comparto: e i risultati sono significativi, frutto di importanti investimenti in ricerca e innovazione tecnologica e, parallelamente, di una gestione responsabile delle risorse.

Grazie a questo intreccio di dinamiche, 511 mila tonnellate di residui sono stati trasformati in nuove risorse (proprio grazie al citato piano Zero Waste), dando vita a prodotti quali Granella® e Siderlime®, che trovano applicazioni nell’edilizia e nelle infrastrutture stradali. Un sistema di economia circolare, appunto, reso possibile dallo sviluppo di tecnologie finalizzate alla valorizzazione dei sottoprodotti, in particolare della scoria siderurgica, e che si traduce nella massimizzazione del recupero e del reinserimento dei residui interni nei processi produttivi o in altri cicli industriali.

Alcune voci degne di nota: lo scorso anno le emissioni di CO₂ per ogni tonnellata di acciaio uscita dagli stabilimenti del gruppo di Osoppo sono calate del 12% rispetto al 2023 (si è evitata l'immissione in atmosfera di 49.764 tonnellate, grazie allo sforzo nell'efficientamento e nell'ammodernamento degli impianti e agli interventi organizzativi orientati all'ottimizzazione) e l'88% dei rifiuti è stato avviato a recupero o riciclo, riducendo, di conseguenza, gli impatti.

Sempre prendendo a parametro il 2023, nel 2024 si è registrato un la flessione del 7% di intensità energetica e un meno 10% di acqua consumata. Dieci i progetti di ricerca e sviluppo in corso, con sei stabilimenti coinvolti e con 92 partner, fra i quali ben 15 tra Università e centri di ricerca.

Ma bilancio di sostenibilità equivale pure a impulso alla formazione e alla valorizzazione del personale: anche questo è un target che il gruppo Pittini si è posto come prioritario, come attestano le 50.344 ore di attività formativa erogate; 6.653 ore sono state poi assorbite da laboratori di ricerca e sviluppo. Sul fronte delle risorse umane, 173 sono risultate le nuove assunzioni, che hanno portato il totale dei dipendenti a quota 1973 (il 96% con contratto a tempo indeterminato); e la decisa attenzione agli aspetti formativi e alla sicurezza sull'ambiente di lavoro ha consentito di ridurre del 29% gli infortuni sul lavoro.

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