Golden Goose si prepara alla quotazione: potrebbe valere 3 miliardi

L'azienda, di proprietà del fondo Permira e guidata da Silvio Campara, ha già designato Lazard come consulente finanziario e Latham&Watkins come consulente legale

FILE PHOTO: Sneakers of Italian high fashion sneaker brand Golden Goose are displayed at its store in Beijing, China September 23, 2020. Picture taken September 23, 2020. REUTERS/Tingshu Wang/File Photo
FILE PHOTO: Sneakers of Italian high fashion sneaker brand Golden Goose are displayed at its store in Beijing, China September 23, 2020. Picture taken September 23, 2020. REUTERS/Tingshu Wang/File Photo

Golden Goose ha scelto la piazza di Milano come sede per la sua imminente quotazione in Borsa, e le prospettive appaiono estremamente rosee. Secondo le prime valutazioni di mercato, il marchio italiano di sneaker di lusso potrebbe raggiungere una valutazione fino a 25 volte l'EBITDA una volta quotato su Euronext Milano. Lo scriveva oggi il Corriere della Sera.

Questi numeri sono paragonabili a quelli ottenuti a Wall Street dal marchio di sandali Birkenstock, e non distano molto da quelli conseguiti nel 2022 dalla società svizzera On, che ha anche coinvolto il campione di tennis Roger Federer come testimonial e azionista. Con un margine operativo lordo stimato da Fitch a 131 milioni nel 2022, Golden Goose potrebbe raggiungere una capitalizzazione di oltre 3 miliardi su Piazza Affari.

È importante sottolineare che queste sono stime preliminari e che Golden Goose deve ancora selezionare le banche per il collocamento previsto nella primavera del 2024. L'azienda, di proprietà del fondo Permira e guidata da Silvio Campara, ha già designato Lazard come consulente finanziario e Latham&Watkins come consulente legale.

Questi consulenti sono attivamente coinvolti nella ricerca di anchor investor che potrebbero acquistare una quota significativa durante il collocamento, o poco prima, per stabilizzare l'offerta. Un esempio di questa pratica è rappresentato da Bernard Arnault, fondatore di Lvmh, e dal fondo sovrano norvegese nel caso di Birkenstock.

Come spesso accade in operazioni di quotazione promosse da fondi, non è da escludere l'interesse di un acquirente, sia esso industriale o finanziario. Tuttavia, a questi valori, non è affatto scontato trovare un compratore per il gruppo nato a Marghera (Venezia), che nel corso dell'anno precedente ha registrato ricavi per 501 milioni di euro, con una crescita del 30%.

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