Garbellotto punta sulla distribuzione: una storia di 250 anni che si apre al futuro

L’azienda di botti avvia un progetto per vendere attrezzature per l’enologia

Valentina Voi

 

Un capitale umano, quello degli esperti bottai che ogni giorno costruiscono contenitori di ogni dimensione per una capacità complessiva di quasi 100 mila ettolitri l’anno, talmente prezioso che quando è stato il momento di decidere dove posizionare il nuovo stabilimento sono stati interpellati anche loro.

Per G.&.P. Garbellotto, 250 anni di storia, una famiglia alla guida e 25 milioni annui di fatturato, è tempo di guardare al passato, celebrando l’anniversario di fondazione, e progettare il futuro, avvalendosi della tecnologia da affiancare all’esperienza dei bottai e pianificando la partecipazione in società specializzate nella distribuzione di attrezzature per l’enologia. Un progetto pilota sperimentato a Nord Est e applicato ai mercati esteri.

La società

Fondata nel 1775 quando Giuseppe Garbellotto aprì a San Fior (Treviso) un laboratorio per la lavorazione artigianale del legno e la produzione di botti e barili, la storia dell’azienda si è intersecata con quella del Nord Est, attraversando imperi – «Carlo d’Asburgo, l’ultimo imperatore d’Austria, incaricò proprio Garbellotto della revisione della bottaia di sua moglie, l’imperatrice Zita di Borbone Parma» ricorda con orgoglio la società – e regni.

Si snoda tra conflitti e opportunità del dopoguerra. Si sposta da San Fior a Conegliano (Treviso), espandendo sempre di più le sue capacità produttive – conquista il Guinness dei primati per le botti più grandi del mondo – e affiancando investimenti in ricerca e sviluppo necessari a portare la società nel nuovo millennio.

Acquisisce una segheria in Slavonia di 27 mila metri quadrati, concessionaria di Stato per il taglio del rovere. Collauda nel 2020 il nuovo stabilimento “Intelligenza Artigianale” di Sacile, nel pordenonese, realizzato con il piano industria 4.0 e progettato seguendo i criteri Lean.

Pur con uno spostamento da Veneto a Friuli Venezia Giulia alla ricerca di uno spazio adatto, «in 250 anni di storia siamo sempre restati nel raggio di 10 chilometri da dove siamo nati – racconta Piero Garbellotto, 45 anni, amministratore delegato di Garbellotto –. Tutto il Nord Est è attrattivo».

I numeri

Un fatturato 2024 da 25 milioni di euro, Ebitda che oscilla tra l’8 e l’11 per cento, 110 collaboratori di cui 80 bottai e un orario di lavoro, mutuato dall’esperienza lavorativa in Croazia, che consente di equilibrare produttività e vita privata.

Senza dimenticare due brevetti, l’ultimo nel 2020, e un export equamente suddiviso tra Italia (in particolar modo nei distretti dei grandi rossi, dall’Amarone al Chianti) e all’estero. Numeri che Garbellotto rivendica con orgoglio. «I nostri risultati sono legati anche all’andamento della vendemmia – spiega l’ad – e notiamo una congiuntura che si ripete ciclicamente: ad esempio quella 2023 era stata scarsa, capita ogni 7-8 anni. Comunque ci consentono una crescita costante».

I progetti

L’intuizione di affiancare alla fabbrica di botti l’impianto di segheria e di rivendere quel legno non aromaticamente adatto al vino – ricostruisce la società guardando al passato – ha consentito di acquisire grosse partite di rovere a buon prezzo riducendo i costi e mantenendo alta la qualità.

Il commercio di legnami consentì di attraversare gli anni Ottanta, la crisi del petrolio e il cambio del gusto del consumatore che prediligeva i vini novelli agli affinati. Arriva quindi l’espansione: in dimensioni, con l’inaugurazione nel 2011 della Divisione Grandi Capacità, che arriverà a produrre un tino da 2.700 ettolitri; in tecnologia, con brevetti collaborazione con l’Università di Udine per la selezione aromatica e il controllo digitale della tostatura.

Alla manualità dei bottai – alcuni di loro arrivati alla terza generazione con un sapere tramandato di padre in figlio – si affianca l’innovazione. «Stiamo lavorando sugli oak eyes – continua Garbellotto – per affiancare il mastro bottaio nel controllo qualità». Sul fronte societario, l’obiettivo è il potenziamento nei mercati agendo sulle leve della distribuzione. «Il progetto pilota è stato in Friuli Venezia Giulia – spiega l’ad – con una newco che distribuisce prodotti enologici. Questa esperienza ci ha fatto capire l’importanza di acquisire: il 30-50 per cento è un peso che ci consente di poter crescere. Nel 2024 ci siamo posizionati in Spagna, a Logroño, con risultati soddisfacenti».

L’anniversario

La lunga storia dell’azienda verrà festeggiata a Sacile alla presenza di autorità di entrambe le regioni e stelle dello sport: Piero Garbellotto ha scommesso sin da 2012 sul successo di Imoco Volley Conegliano. Una testimonianza di quanto, a Nord Est, il dna imprenditoriale sia capace di superare i confini di settore e territoriali. «Cercavamo un’area adatta a installare il nuovo stabilimento Lean ma servivano 70 mila metri quadrati – ricorda – . La scelta era tra Spresiano e Cornadella. Abbiamo chiesto ai nostri bottai cosa ne pensassero. La fiscalità è identica in tutta Italia, la provincia di Pordenone è meno densamente popolata e questo ci ha consentito di trovare lo spazio adeguato. Ci siamo trovati molto bene sia in Veneto che in Friuli Venezia Giulia, dove abbiamo trovato grande reattività nei passaggi burocratici». Con una soddisfazione in più: Garbellotto è diventata la più antica tra le imprese storiche iscritte nel registro Unioncamere della provincia di Pordenone. Una tradizione che si intreccia con l’innovazione. —

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