L’energia inesauribile di Proxima Fusion: «La strada per le centrali a fusione commerciali ora è aperta»
Francesco Sciortino è il ceo della startup con sede in Germania: «È la prima volta che viene progettato un modello pensato per funzionare in modo affidabile e continuo, senza le instabilità e interruzioni che fin qui ne hanno impedito lo sviluppo»

La fusione nucleare è sempre stata considerata il Santo Graal dell’energia: pulita, sicura e tendenzialmente inesauribile. Un traguardo che fin qui ha faticato a uscire dai laboratori per affermarsi su scala industriale e che potrebbe costituire una svolta per il Nord Est, area fortemente energivora, che vede le imprese del territorio penalizzate rispetto ai concorrenti internazionali dal costo della bolletta che caratterizza l’Italia.
Validazione scientifica
Nei mesi scorsi è arrivata la validazione peer-reviewed (cioè è stata sottoposta al vaglio formale della comunità scientifica internazionale) del concept Stellaris, il primo modello integrato al mondo di centrale a fusione progettata per operare in modo continuo e affidabile. La pubblicazione sulla rivista Fusion Engineering and Design si annuncia una pietra miliare. Persino il capo della divisione fusione del Mit l’ha definita «la cosa più importante avvenuta nel campo della fusione negli ultimi dieci anni».

Startup europea
Una consacrazione che ha proiettato al centro dell’attenzione globale Proxima Fusion, la startup europea nata come spin-out del Max Planck Institute for Plasma Physics (Ipp). Fondata nel 2023, Proxima Fusion ha riunito un team internazionale con background che spaziano dal Mit a Harvard, da Tesla a SpaceX, fino al team di Formula 1 della McLaren.
L’ambizione è trasformare la ricerca d’avanguardia sugli stellarator in una fonte di energia netta e commercialmente sostenibile, contribuendo a scrivere il futuro dell’energia pulita. «La strada verso le centrali a fusione commerciali ora è aperta», spiega il ceo e co-fondatore Francesco Sciortino.
«È la prima volta di una centrale a fusione progettata per funzionare in modo affidabile e continuo, senza le instabilità e interruzioni che fin qui ne hanno impedito lo sviluppo».
Data la crescente domanda globale di energia e la necessità di sicurezza energetica in Europa, spiega, sbloccare energia illimitata e pulita attraverso la fusione consentirebbe un cambio di rotta epocale.
Lo scenario è favorevole. Dopo decenni di attesa e investimenti pubblici miliardari, la fusione è entrata nella fase in cui i capitali privati possono accelerarne lo sviluppo. Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia e Giappone hanno rilanciato i programmi nazionali, mentre l’Europa ha assunto un ruolo da protagonista grazie all’esperimento record Wendelstein 7-X, lo stellarator costruito dall’Ipp con 1,3 miliardi di euro di fondi tedeschi ed europei. In questo contesto Proxima si propone come l’anello mancante tra ricerca e industria, con l’obiettivo di costruire impianti di nuova generazione capaci di operare in continuità.
Investimenti record
Sul fronte finanziario, a giugno la startup ha annunciato la chiusura di un round da 130 milioni di euro, il più importante mai realizzato in Europa per la fusione guidato da fondi internazionali e partecipato da privati – tra gli altri – il Club degli investitori che – come italiani – si sono uniti anche ai fondatori di Satispay, entrati a titolo personale nel capitale nelle fasi precedenti, dette di pre-seed. Tre mesi dopo è arrivata l’estensione del round per ulteriori 15 milioni, che ha portato la raccolta complessiva a 200 milioni di euro e, soprattutto, ha visto l’ingresso di Cdp Venture Capital (gruppo Cassa Depositi e Prestiti).
Un segnale forte del crescente interesse anche da parte dell’Italia per la fusione come tecnologia strategica per l’indipendenza energetica e la leadership industriale europea.
Prospettiva industriale
Il percorso industriale è tracciato: entro il 2027 sarà realizzato il primo magnete demo, lo Stellarator Model Coil (SMC), cuore tecnologico del reattore.
Nel 2031 è previsto Alpha, lo stellarator dimostrativo in grado di produrre energia netta, e subito dopo la prima centrale a fusione completa. Un’accelerazione resa possibile dall’approccio ingegneristico basato su simulazioni avanzate, che consente di ottimizzare fin da subito le variabili fisiche e tecnologiche, riducendo tempi e costi.
Sciortino sottolinea come l’idea di business sia nata dalla convergenza fra evoluzione tecnologica e urgenza storica: «Quello che era impossibile fino a pochi anni fa – confinare plasma a oltre 100 milioni di gradi– è oggi realizzabile grazie a supercalcolo e manifattura avanzata. Il mondo ha una necessità vitale di una fonte energetica inesauribile e pulita, che possa a sua volta abilitare altre innovazioni straordinarie. Solo la fusione ha entrambe queste caratteristiche e oggi, anche grazie al lavoro di ricerca compiuto in questo campo».
Proxima Fusion, racconta, nasce per portare il know how sviluppato nei laboratori su scala industriale, «per trasformarlo in offerta di energia netta commercialmente sostenibile» Di ritorno del nucleare si dibatte da tempo in Italia, complice il miglioramento degli standard di sicurezza che abbattono drasticamente i timori di incidenti. «Quando si parla di nucleare in Italia si pensa alla fissione. La fusione, di cui ci occupiamo noi, è diversa: tecnicamente nucleare, ma senza reazione a catena, né radioattività di lungo termine. Una differenza enorme per sicurezza e regolamentazione», spiega Sciortino.
La fusione è il futuro: pulita, sicura, inesauribile. «Questa distinzione è fondamentale – conclude -. Siamo basati a Monaco di Baviera ma nasciamo come progetto europeo, perché la fusione per la Ue, così come per i governi nazionali tra cui l’Italia, è un’opportunità strategica di leadership tecnologica, essenziale per la sovranità energetica, la competitività industriale e la crescita economica a zero emissioni».
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