Gara per Iveco Defence: passa per il Nord Est la sfida nel settore difesa

Anche gli spagnoli in Indra in corsa per il gruppo con sede a Bolzano e fabbrica a Vittorio Veneto. Gli analisti di Equita: «Il possibile uso del Golden Power fissa il suo valore a 1,3 miliardi». L’Ad di Leonardo Roberto Cingolani: «Disposti a pagare il giusto prezzo»

Giorgio Barbieri

 

Passa per il Nord Est la fondamentale sfida per la supremazia in Europa nel settore della difesa. E più precisamente per Bolzano e Vittorio Veneto dove Iveco Defence Vehicles ha, rispettivamente, il suo quartier generale e un’importante fabbrica che occupa quasi un centinaio di persone specializzata nella produzione di veicoli militari per la difesa, tra cui camion e mezzi blindati.

Con un fatturato nel 2024 superiore al miliardo di euro (in crescita del 15% rispetto al 2023) e con un portafoglio ordini superiore ai quattro miliardi, Iveco Defence Vehicles, società controllata dalla finanziaria Exor, è sicuramente tra i pezzi più pregiati sul tavolo europeo e, dall’Italia alla Spagna fino alla Germania, diversi grandi gruppi stanno studiando il dossier in seguito all’annuncio da parte di Iveco di voler scorporare l’attività in vista di una possibile valorizzazione. E il prezzo dovrebbe oscillare tra il miliardo e il miliardo e mezzo di euro.

In una fase geopolitica sempre più instabile tanto da spingere Ursula von der Leyen ad annunciare un piano di riarmo europeo da 800 miliardi, il settore della difesa è tornato prepotentemente al centro del dibattito economico e politico.

Non stupisce quindi che per l’acquisizione di Iveco Defence Vehicles si sia aperta una vera e propria asta europea, seguita con grande attenzione anche da parte del governo Meloni che, non è un mistero, gradirebbe che la spuntasse Leonardo, il colosso della difesa e dell’aerospazio guidato da Roberto Cingolani, in consorzio con i tedeschi di Rheinmentall.

«Abbiamo presentato un’offerta non vincolante», ha detto l’ex ministro del governo Draghi, «intendiamo fare esclusivamente un investimento industriale, non finanziario, e non siamo disposti a spendere di più rispetto al giusto prezzo».

Ma Leonardo non sarà l’unico soggetto in campo. Anche il gruppo tecnologico e della difesa spagnolo Indra ha lanciato lunedì un’offerta non vincolante entrando così nel ristretto gruppo dei finalisti selezionati per l’acquisizione che, oltre a Leonardo e Rheinmentall, vede presente anche il fondo di investimenti Bain Capital.

Per gli analisti di Equita Iveco Defence Vehicles vale circa 1,3 miliardi: «Siamo consapevoli», spiegano, «che alla luce dei multipli di mercato attuali di società del settore la valutazione dovrebbe essere superiore, ma riteniamo che il possibile intervento del Golden Power non permetta di massimizzare la valutazione».

Il governo infatti, e più nello specifico il ministro della Difesa Guido Crosetto, caldeggia la fusione militare tra il piccolo fornitore e il campione nazionale Leonardo, anche alla luce del fatto che da poco è stata sbloccata la maxi-commessa di 23,2 miliardi per i nuovi carri armati e blindati a ruote dell’esercito che verrà assegnata, senza gara, alla joint venture paritetica costituita da pochi mesi tra Leonardo e Rheinmetall.

Se le cose non dovessero andare secondo i desiderata Palazzo Chigi potrebbe quindi usare il Golden Power per imporre condizioni al compratore e orientare la vendita, proprio come sta facendo per l’Ops di UniCredit su Banco Bpm. Difficile immaginare quindi che Iveco Defence Vehicles alla fine non venga comprata da Leonardo e Rheinmetall.

Si tratta comunque di una partita da seguire con attenzione anche sul territorio, dove sono presenti centinaia di piccole aziende che fanno parte della filiera e sono fornitori sia di Iveco Defence Vehicles che di Leonardo. E quest’ultima a Nord Est è presente con 860 addetti, di cui 520 in Veneto e 340 in Friuli Venezia Giulia. Per quanto riguarda la filiera Leonardo conta 250 fornitori nel Triveneto, per un totale di 6.800 addetti. Solo nel Veneto Leonardo conta 160 fornitori locali, guidando un tessuto produttivo di oltre 5 mila addetti fra fornitori e indotto indiretto.

 

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