In Friuli Venezia Giulia 57 crisi industriali aperte: coinvolte anche quattro aziende big

Composizioni negoziate in crescita dal 2024 e in regione il tasso di successo è superiore alla media. I settori più rappresentati sono quello industriale manifatturiero e le costruzioni

Maurizio Cescon
Il quartier generale di Rizzani De Eccher a Pozzuolo del Friuli
Il quartier generale di Rizzani De Eccher a Pozzuolo del Friuli

Una norma partita in sordina, tanto che alcuni aspetti sono stati corretti strada facendo. Ma adesso il ricorso alla composizione negoziata delle crisi d’impresa, una sorta di paracadute prima di misure più drastiche, fino alla liquidazione, ha avuto una forte accelerata. Se infatti in Friuli Venezia Giulia i casi complessivi assommano a 57, dei quali 46 di competenza della Camera di commercio Pordenone Udine e i restanti 11 di quella della Venezia Giulia, ben 22 di questi sono stati avviati nel 2024.

Tra le 46 domande, 4 provengono da industrie con fatturato superiore ai 50 milioni di euro e due hanno più di 500 dipendenti. Buona l’efficacia dello strumento, con un tasso di successo, in regione, superiore alla media nazionale: 33 contro 25 per cento. Di questo e di molto altro si è parlato venerdì mattina nella sede dell’ente camerale a Udine, una sorta di bilancio con le testimonianze di commercialisti ed esperti di questa materia, che tocca nel vivo le dinamiche di una crisi aziendale.

«Abbiamo analizzato le caratteristiche delle imprese che accedono allo strumento e l’esito delle vertenze», ha detto la dirigente della Cciaa Martina Urbani. «Questa procedura - ha aggiunto la presidente dell’ordine dei commercialisti di Udine Micaela Sette - è stata salutata con grande favore dai professionisti. All’inizio presentava molti limiti, è stata una partenza difficile. Ma le due principali modifiche sopraggiunte hanno reso decisamente più appetibile il ricorso alla composizione, dove l’esperto ha un ruolo centrale ed è parte attiva nelle tappe del procedimento».

Vediamo allora un po’ di numeri. Parallelamente alla crescita delle domande, a livello nazionale è raddoppiato il numero dei casi di successo, passando da 205 (novembre 2024) a 410 (novembre 2025). Il tasso di successo medio dell’istituto a livello Italia si è attestato al 22% a partire dal 1° gennaio 2025, raggiungendo il 25% nel terzo trimestre del 2025. Nelle aree di Pordenone e Udine, a fronte di 22 istanze concluse a oggi, 7 hanno avuto esito positivo e 15 negativo, mentre nella Venezia Giulia su 11 ben 4 sono state risolte in modo favorevole.

Anche se i numeri sono ancora esigui per consolidare un trend, le istanze chiuse positivamente rappresentano circa un terzo (quasi il 33%) del totale delle procedure concluse, un valore superiore al 20% nazionale. Nelle 7 istanze chiuse positivamente nelle province di Pordenone e Udine, 4 sono state chiuse con contratto con i creditori con continuità aziendale per almeno due anni. Nelle 15 istanze chiuse con esito negativo sul territorio, il 60% è dovuto al risultato non buono delle trattative, il 26,7% alla rinuncia da parte dell’imprenditore, e il 13,3% alla mancanza di concrete prospettive di risanamento.

Nelle 46 istanze di competenza della Cciaa Pordenone Udine, la forma giuridica prevalente è la Srl (52%), seguita da società di persone (Sas al 20%, Snc al 4%) e società per azioni (al 15%). I settori più rappresentati a livello locale sono l’industria - settore manifatturiero e l’edilizia - costruzioni. Circa l’80% delle imprese locali che ha fatto istanza di composizione ha richiesto l’applicazione di misure protettive del patrimonio, un dato in linea con l’81% nazionale. Il ricorso al regime di sospensione è stato richiesto dal 43% dei casi nelle aree Pordenone Udine, inferiore al 53% nazionale. Il 22% dei casi locali ha manifestato l’esigenza di ricorrere a nuove risorse finanziarie (19% a livello nazionale).

Sono seguiti infine i racconti di alcuni casi concreti di composizione da parte dei dottori commercialisti Alberto Poggioli e Alberto Cimolai. 

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