Fitt scommette sugli Usa: 47 milioni di dollari i ricavi entro l’anno
Per l’azienda vicentina nuovo quartier generale ad Anderson in Indiana. «È un mercato che chiede un presidio diretto sul territorio»

Due linee produttive già in funzione dalla fine del 2024, altre due pronte per l’attivazione entro l’inverno del 2025 e un programma di crescita sul mercato nordamericano dal quale la vicentina Fitt punta a ottenere già entro la fine di quest’anno ricavi per oltre 47 milioni di dollari con una crescita di oltre il 27% rispetto ai 37 del 2024.
Fitt, azienda specializzata nella realizzazione di soluzioni complete in materiale termoplastico per il passaggio di fluidi nel settore del gardening, dell’industria e delle costruzioni, ha infatti realizzato un nuovo headquarter ad Anderson, Indiana, proprio accanto alla padovana Sirmax, dove svilupperà anche produzioni pensate ad hoc per gli Usa.
Una scelta ragionata negli anni per un mercato esplorato già a partire dal 2001 tramite una partnership con un’azienda statunitense e sviluppato dal 2017, a seguito della chiusura degli accordi, come un'area d’esportazione su cui ora la società scommette come obiettivo strategico per la propria crescita.
Per questo progetto, che ha preso forma nel 2023, Fitt ha scelto di rigenerare un’area industriale dismessa di 120.000 metri quadrati (ex General Motors) valorizzandone le caratteristiche e la collocazione geografica attraverso importanti interventi di riqualificazione e senza ulteriore utilizzo di suolo. Un investimento da oltre 30 milioni di dollari che, a regime, vedrà 5 linee produttive attive e più di 90 addetti entro il 2027.
Già ora i prodotti Fitt sono distribuiti nelle principali catene del fai da te del Paese, tra cui il colosso The Home Depot (prima catena di distribuzione al mondo, con il 50% del mercato americano del watering) ma pure Walmart, Lowe’s, Menards, Ace, Do It Best, True Value, come anche nell’e-commerce con Amazon Us.
Una strategia in grado di associare la vendita sia tramite i canali del retail che attraverso un ecommerce in pieno sviluppo e che fa pensare all’azienda di potere crescere sul mercato statunitense fino a raggiungere nel 2030 i 100 milioni di dollari di ricavi.
«Abbiamo preparato lo sbarco in Usa con grande cura studiando il mercato fin dal 2017» dichiara Alessandro Mezzalira, Ceo di Fitt Group.

«Le nostre valutazioni, rispetto all’opportunità di questo investimento, avevano soppesato tre fattori critici incombenti sugli scambi commerciali verso gli Usa: il rischio dazi (già prima dell’insediamento di Trump); l’aumento dei costi della logistica (che nel periodo post pandemico sono poi schizzati alle stelle) e il rischio del cambio di valuta» continua il Ceo.
«Alla luce di ciò posso dire che oggi, con l’avvio della produzione in Indiana, ci troviamo in una posizione favorevole rispetto ad esportare i nostri prodotti in toto dall’Italia. Il mercato americano, poi, ha dimensioni e caratteristiche molto peculiari – conclude -, che richiedono un presidio diretto sul territorio».
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