Fincantieri, ordini per 22 miliardi. «In linea con le previsioni al 2023»

Fincantieri, avanti sui binari del piano. La società triestina ha chiuso il terzo trimestre con ricavi in calo del 5% rispetto allo stesso periodo del 2022, a 1,71 miliardi (lievemente al sotto delle attese, che erano per 1,88 miliardi), mentre il dato dei primi nove mesi risulta in aumento dell'1,3% a 5,38 miliardi. Bene il margine delle attività operative (Ebitda), che tra luglio e settembre è cresciuto dell’11% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, arrivando a 91 milioni.
Al 30 settembre la posizione finanziaria netta è negativa per 2,7 miliardi, «in linea con l’andamento previsto per fine 2023», si legge nella nota della società. Secondo gli analisti di Banca Akros, a fine esercizio l’indicatore dovrebbe confermare i livelli del 2022 (2,53 miliardi), «grazie alla dinamica delle crociere e all'assorbimento di cassa di alcune navi Offshore e progetti infrastrutturali che saranno consegnati all'inizio del 2024». Contestualmente, la società ha confermato le stime sul 2023, che vedono ricavi attesi a 7,6 miliardi (leggermente maggiori rispetto alle stime di Equita di 7,56 miliardi), e un Ebitda adjusted al 5% dei ricavi (per Equita al 5,2%). Commentando i dati con gli analisti, l’ad Pierroberto Folgiero si è soffermato sull’andamento del piano: «Abbiamo avviato le iniziative strategiche di maggiore priorità per perseguire gli obiettivi al 2027, con l’intento di far evolvere il sistema operativo». Quindi è tornato sul memorandum d’intesa siglato con Leonardo, finalizzato a definire iniziative e sviluppi relativi a sistemi tra cui i droni subacquei, per la protezione di infrastrutture critiche. «Il nuovo dominio subacqueo è un ecosistema. Ci sono quindi molti elementi, competenze e attori da collegare. L'idea è fare in modo che Fincantieri sia la locomotiva di questa nuova filiera che è fatta di istituzioni, aziende ma anche di clienti non istituzionali e di chiunque sia coinvolto in questo nuovo dominio, non dal punto di vista militare ma civile», ha aggiunto.
Esclusa la performance un po’ sotto le attese del comparto shipbuilding, sono state in linea con le previsioni sia la divisione Sistemi, componenti e infrastrutture, che ha visto un «buon recupero di profittabilità, anche guidato dal recupero del Polo Infrastrutture sopra break-even nel terzo trimestre», sia offshore, che conferma il miglioramento della divisione con margini oltre il 5%. Dall’incontro con gli analisti è emerso anche che ci sono 86 navi in portafoglio in consegna fino al 2030, per un valore di 22,2 miliardi, mentre il carico di lavoro complessivo vale 32,6 miliardi, 4,4 volte i ricavi dello scorso anno. Inoltre, quest’anno il gruppo ha acquisito ordini per 4 miliardi (3,3 miliardi nei primi nove mesi del 2022), grazie a un forte contributo del settore della difesa e del wind offshore. «I cantieri navali del gruppo stanno lavorando a pieno ritmo con 17 navi consegnate da dieci cantieri», ha aggiunto Folgiero. Per poi ricordare che dieci sono destinate al settore offshore, tra cui tre navi robotiche marine per Ocean Infinity e cinque unità per l’eolico, in riferimento a quattro diversi clienti. Infine l’ad si è mostrato ottimista verso il navale, anche alla luce dei cambiamenti in atto tra superpotenze: «Si prevede un'ulteriore accelerazione della spesa globale per la difesa nei prossimi anni, con pressioni geopolitiche che continuano a sostenere gli investimenti, anche nel settore marittimo».
In Borsa il titolo, a lungo in territorio positivo, ha chiuso a 0,531 euro (-0,93% contro il +0,42% del Ftse Mib). —
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