Danieli in Svezia: realizzerà per Ssab un’acciaieria green

Il nuovo impianto sostituirà l’altoforno oggi presente a Lulea. «Si tratta di un progetto strategico per il nostro gruppo»

Il committente è un colosso da oltre 11 miliardi di fatturato l’anno, ma soprattutto un nome che esprime, dal punto di vista della qualità, il top della siderurgia europea e mondiale.

Si chiama Ssab, ha sede in Svezia ed è il principale produttore d’acciaio della Scandinavia, all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, tanto da aver prodotto già tre anni fa, nel 2021, il primo acciaio realizzato senza ricorrere a combustibili fossili, fornito in via sperimentale a Volvo.

La sfida della decarbonizzazione, del resto, Ssab l’ha lanciata fin dal 2016, con l’obiettivo finale di convertire a forno elettrico la produzione di tutti i suoi impianti, attualmente a ciclo integrato (alimentati cioè a carbone).

Il traguardo comporta investimenti complessivi per 4,4 miliardi di euro nel complesso di Lulea e il colosso svedese intende raggiungerlo anche con il supporto di Danieli. È di ieri, infatti, l’annuncio congiunto che sarà il gruppo friulano a realizzare un nuovo impianto completamente elettrico a Lulea e a fornire la tecnologia per la decarbonizzazione del sito.

L’accordo va dalla fase di progettazione alla fornitura dell’intero impianto, che includerà l’acciaieria, composta da due forni elettrici ad arco di ultima generazione alimentati dal Q-One, brevetto della Danieli che garantisce ottime performance e riduzioni dei consumi elettrici, la metallurgia secondaria, colata e laminatoio per nastri con un’ampia gamma di spessori, formati e gradi d’acciaio.

«Una commessa di grande rilevanza tecnologica che testimonia la fiducia di Ssab nelle migliori tecnologie della Danieli per realizzare la conversione green del gruppo svedese», dichiara Alberto Perin, responsabile di Danieli Plant Engineering, la divisione che gestisce la vendita di impianti completi, costituiti cioè da acciaieria e laminatoio.

Alimentato da rottame e da una miscela di spugna di ferro priva di combustibili fossili, una volta a regime (nel 2029, mentre l’avvio è previsto nel 2028) l’impianto garantirà da solo una riduzione del 7% delle emissioni di CO2 totali della Svezia, attraverso la totale conversione dell’attuale produzione a ciclo integrato nel sito di Lulea.

«Quella della decarbonizzazione – dichiara ancora Perin – rappresenta una sfida epocale per Ssab e siamo orgogliosi di collaborare a questo progetto, che lo stesso presidente Benedetti considerava a fortissima valenza strategica per il nostro gruppo.

L’impianto, che riprende e sviluppa soluzioni che Danieli ha già progettato e realizzato in altre parti del mondo, come Nucor in West Virginia e Yucun, in Cina, rappresenta la summa della nostra offerta dal punto di vista progettuale e tecnologico.

Si tratterà di un’acciaieria completamente elettrica: sarà alimentata a rottame e idrogeno, senza l’utilizzo di metano, e sarà dotata di sistemi di preriscaldo del rottame e di recupero del calore dei fumi, garantendo sensibili riduzioni sia delle emissioni che dei costi operativi. Previsto anche il collegamento a una rete di teleriscaldamento alimentata dall’impianto, che sarà dotato inoltre di soluzioni all’avanguardia in termini di riduzione dell’inquinamento acustico, di trattamento dei fumi e delle acque, di sicurezza per gli operatori, di versatilità e qualità per quanto riguarda l’output del laminatoio in termini di formati e di versatilità operativa».

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