Da Tecnica Group a Thelios, ecco come le aziende combattono i bassi salari

La questione salariale va assumendo livelli di emergenza dopo l’impennata inflattiva degli ultimi mesi a fronte di stipendi che faticano a tenere il passo. Secondo l’ultima rilevazione dell’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro), mentre tedeschi e francesi, a parità di potere d’acquisto, oggi hanno buste paga più alte del 2008, quelle degli italiani sono più basse del 12%

Luigi Dell'Olio

Una boccata d’ossigeno per le tasche di alcuni lavoratori, che tuttavia rischia di creare sperequazioni tra persone che svolgono mansioni simili. La contrattazione di secondo livello e gli interventi di welfare aziendale non sembrano poter costituire una soluzione strutturale alla questione dei bassi salari che caratterizzano il nostro Paese non tanto per limiti propri, quanto per la difficoltà di applicare queste misure in maniera omogenea sul territorio.

La questione salariale non nasce certo oggi, ma va assumendo livelli di emergenza dopo l’impennata inflattiva degli ultimi mesi, con il carovita che viaggia a due cifre percentuali rispetto a un anno fa, a fronte di stipendi che faticano a tenere il passo. Secondo l’ultima rilevazione dell’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro), mentre tedeschi e francesi, a parità di potere d’acquisto, oggi hanno buste paga più alte del 2008, quelle degli italiani sono più basse del 12%.

Così qualche azienda si muove in proprio, facendo anche leva sugli incentivi fiscali previsti per il welfare aziendale (Decreto Aiuti), che consentono di annullare il cuneo fiscale, pur se con una serie di vincoli. Tra gli accordi più recenti raggiunti da aziende del territorio, c’è il caso di Marcolin, che con l’ultimo contratto integrativo aziendale ha introdotto una serie di misure di flessibilità, come l’ampliamento delle modalità di fruizione del part-time e la possibilità di aumentare l’orario di lavoro dalle classiche 20 ore settimanali, fino a 30-35, e sul fronte retributivo ha previsto un incremento dell’indennità di trasporto e di quella di turno, confermando il piano welfare per ciascun dipendente (anche part time) da 400 euro annui.

Con i dipendenti che sono coinvolti nell’uso efficiente degli impianti ai fini di una riduzione dei consumi. Il contratto integrativo di Tecnica Group prevede un premio di risultato di mille euro lordi nel 2022, 1.050 euro lordi nel 2023, 1.100 euro lordi nel 2024. L’azienda ha poi riconosciuto un premio straordinario di mille euro sotto forma di welfare aziendale, destinato a tutte le risorse assunte entro agosto, e ancora in servizio.

Thélios, invece, ha previsto una serie di misure con l’obiettivo di fronteggiare l’aumento del costo della vita, come flexible benefit, mensa aziendale, premi di assiduità e di risultato. Inoltre si è impegnata inoltre ad innalzare la quota della previdenza integrativa portandola al 3,5% di quanto versato dal dipendente. «Iniziative di questo tipo sono benvenute perché danno una boccata d’ossigeno ai lavoratori in una fase di oggettiva difficoltà per molte famiglie e nelle more dei contratti collettivi nazionali», osserva Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto.

«Tuttavia non mancano alcuni punti critici, dovuti al fatto che si creano sperequazioni tra chi lavora in aziende che attuano queste misure e coloro che invece ne restano esclusi». A pagare il prezzo più alto sono i dipendenti delle aziende piccole e micro, «che non sono attrezzate né sul fronte aziendale, né sindacale per raggiunge simili accordi».

Di qui la proposta di Toigo di «un contratto regionale da applicare nelle aziende in cui manca la contrattazione di secondo livello». Da Confindustria Veneto rivendicano l’importanza di questo approccio. «Oltre allo smart working si è posta molta attenzione alla conciliazione dei tempi di lavoro e quelli di vita mediante adozione di orari più flessibili o di riconoscimento di permessi per far fronte ad esigenze personali o familiari particolari e legati spesso a situazioni emergenziali», sottolineano dall’associazione. Una buona parte della contrattazione aziendale ha poi riguardato i premi aziendali, non solo legati alla produzione ma anche al supporto che i lavoratori hanno fornito, in molti casi, per far fronte alle conseguenze dell'emergenza pandemica.

«In Veneto le relazioni sindacali hanno dato vita alla bilateralità, che ha creato una rete di prestazioni territoriale che hanno mostrato di riuscire a supportare il reddito dei lavoratori», ricorda Marco Comin, responsabile contrattazioni e relazioni sindacali di Cna Veneto. «C’è la volontà delle parti a rinnovare questo impegno per assicurare ai lavoratori nuovi strumenti che possano compensare la perdita del potere d’acquisto dovuto all’inflazione». Ma avverte: «La contrattazione non potrà che essere su base regionale, dato che la media di addetti per azienda è di appena cinque». La tempistica per arrivare alle intese diventa decisiva. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © il Nord Est