Da piccoli negozianti a big: i “self made man” della Gdo

Da casoìn o garzone, allenato a far consegne in bicicletta, a magnate della Gdo il passo può anche essere breve. Se sei nato in Veneto, hai respirato l'aria del boom economico del dopoguerra e sei stato animato da una gran voglia di fare e di emergere. È questa la storia, infatti, di chi ha fondato e guida colossi come Lando, Alì, Tosano e Unicomm. Poi loro, i protagonisti, i fondatori te la raccontano semplice come se non avessero fatto nulla di che. Ma evidentemente le stimmate dell'imprenditore già c'erano in questi signori che amano tanto il basso profilo personale quanto la diffusione sempre più ampia del marchio a cui hanno dato vita.
Ad esempio c’è la storia di F.lli Lando. Impossibile parlare di mattina con Artemio Lando, il fondatore, e Leonardo, il figlio. Sono ore destinate da sempre agli agenti ed ai fornitori. Si discute rigorosamente di lavoro, con l'occhio sempre rivolto al cliente, solo al cliente ed alle sue esigenze.

È così che la F.lli Lando Spa, con sede a Cazzago di Pianiga, ha raggiunto nel 2022 i 700 milioni di euro di fatturato con 15 punti vendita e 1.750 dipendenti. Terzo di dodici fratelli, primo maschio in famiglia, Artemio è nato il 5 febbraio del 1935, e ha esordito come ambulante nei mercati di paese, poi con un negozietto e quindi con l'acquisto di un terreno all'uscita del casello autostradale di Dolo-Mirano su cui venne edificato il primo capannone adibito inizialmente all'ingrosso, e poi trasformato in supermercato al minuto. Era il 1963.
Diversa eppure simile la storia di Unicomm. La lunga rincorsa iniziò ufficialmente nel 1969, con la costituzione della società Unicomm (Unione Commerciale) di Cestaro Marcello e Mario e C. Sas e l'attivazione, nei due anni successivi, del centro distributivo di Malo, nel vicentino, per servire un numero crescente di punti vendita.
Ma l'azienda poggia le sue radici una ventina di anni prima, nel 1948, a Schio, quando Antonio Cestaro, padre di Marcello e di Mario, in seguito propulsori dell'azienda che negli anni ha conservato il carattere familiare, crea un piccolo deposito all'ingrosso di prodotti alimentari.

Oggi Unicomm conta 8 mila collaboratori (di cui oltre 5 mila donne) nei 280 punti vendita sparsi tra il Nord e il Centro Italia con le sette diverse insegne: Emisfero Ipermercati; Famila, Mega, Emi per le medie superfici; A&O per i negozi di prossimità; C+C Cash&Carry per l'ingrosso; Hurrà per i discount. E l'impresa fattura 2.900 milioni di euro con 232 punti vendita gestiti direttamente; 5.800 fornitori (sia merce che servizi); una presenza in 7 regioni, 27 province e 160 comuni.
Alì Supermercati fu invece fondata nel 1971 da un giovane intraprendente, Francesco Canella, che inaugurò il suo primo supermercato Alì a Padova, in via Curzola.
La particolarità di questo negozio era l'essere il primo supermercato in Italia dotato di banco gastronomia servito. Una formula che derivava dall'intuizione e dall'esperienza di Francesco, che all'età di 15 anni cominciò a lavorare allo spaccio Onarmo (Opera Nazionale Assistenza Religiosa e Morale Operaia), in centro a Padova, come garzone, per contribuire al sostegno della numerosa famiglia.
Oggi, a distanza di oltre 50 anni, alla guida c'è la seconda generazione, con 117 punti vendita in Veneto e in Emilia Romagna e oltre 4.600 collaboratori e un fatturato che nel 2022 ha sfiorato 1,300 miliardi. «Se mi guardo indietro - dice Canella - vedo una storia fatta di tanti sacrifici, ma la voglia di fare, che mi ha sempre animato, mi ha consentito di pormi continuamente nuovi obiettivi».

Anche quella di Anerio Tosano, scomparso lo scorso anno a 80 anni, è la storia di un uomo che si è fatto da solo e che passo dopo passo, con l'aiuto della moglie Loredana e dei figli Andrea e Filippo, ha saputo essere un vero e proprio innovatore. Prima da garzone e poi con un piccolo supermercato a Cerea, Tosano è riuscito a creare un colosso del Nordest, che ha oltre 3.500 dipendenti, 17 ipermercati tutti a gestione diretta e un fatturato che nel 2022 ha superato il miliardo.
Più recenti le storie di Migross ed Eurospin, due realtà di cui è amministratore delegato Romano Mion. Nel 2024 i supermercati Migross dei fratelli Mion compiranno 50 anni. Oggi viaggiano sui 650 milioni di fatturato con 1.800 dipendenti, oltre cento punti vendita sparsi fra Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia, organizzati nelle tre insegne Migross Superstore, Supermercati e Market, oltre alla Cash&Carry.
L'azienda è guidata dal quartier generale di Bussolengo. Eurospin, nata trenta anni fa esatti, ha chiuso il bilancio 2022 un fatturato di 8 miliardi di euro, 20 mila dipendenti in 1.300 store, di cui circa il 75% di proprietà e a gestione diretta, riforniti da 17 depositi.
La catena è nata nel 1993 su iniziativa di quattro famiglie di imprenditori già attive nella Gdo, le stesse che ancora oggi la controllano con un 25% ciascuna e che esprimono i rappresentanti in cda: Romano Mion della veronese Migross, Marco Pozzi della lombarda Dugan, Alessandro Penasa della cooperativa trentina Dao e Francesco Barbon della trevigiana Veg.
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