Da Hilton al voco, la famiglia Boccato porta al raddoppio Hnh Hospitality
Ìl gruppo di proprietà della famiglia Boccato apre ad una nuova fase di sviluppo. Il socio finanziario Siparex in fase di uscita, pronti alla porta nuovi partner. Intanto nel 2022 il fatturato è raddoppiato a 71 milioni di euro

Dal Park Hotel Brasilia di Jesolo sorto negli anni Sessanta, una delle strutture simbolo della città balneare, ad una rete di 15 alberghi (16 dal 2023) e resort in Italia: Hnh Hospitality. Così la famiglia veneta Boccato ha sviluppato il suo modello di business ibrido: il mare e quindi la vacanza, la città e dunque gli affari.
Ad integrare questa visione dell’ospitalità la scelta di stringere alleanze con i big mondiali: Hilton (per esempio il DoubleTree di Trieste), BWH Hotel Group (brand Best Western e Best Western Plus), IHG Hotels & Resorts (brand Crowne Plaza per gli hotel Business e congressuale e il brand voco per gli hotel lifestyle).
Il gruppo, operatore indipendente a 4 e 5 stelle, ha chiuso un 2022 superando tutti i test post pandemia, con un volume degli affari complessivo a 71,4 milioni di euro. Confrontando questo dato con il 2021, che si era fermato a 34,8 milioni, significa un raddoppio dei ricavi.
Gruppo Hnh ha registrato, inoltre, un ebitda di 8,7 milioni di euro, in significativo aumento rispetto ai 3,5 milioni del 2021. In aumento il tasso di occupazione delle camere, passato dal 41,3% del 2021 al 64,2% del 2022, ed un aumento del prezzo medio delle camere passato: da 133,8 euro a 143,0 euro.

Il tema del costo dell’energia è uno degli elementi per chi lavora nel settore dell’ospitalità anche se spiega l’ad Luca Boccato «questo è un settore guidato dalla domanda. E se anche è vero che noi abbiamo avuto bollette che sono aumentate di una volta e mezza, dai 3,4 milioni di utenze del 2021 ai circa 8 milioni di quest’anno, la crescita della domanda ci ha permesso di scaricare a valle gli aumenti di alcune variabili di costo». Il quadro macroeconomico preoccupa fino ad un certo punto. «Al momento – riprende Boccato – non ci sono avvisaglie di un rallentamento: siamo su livelli di domanda superiore al passato. E questo succede anche perché noi abbiamo una clientela prevalentemente internazionale e godiamo di questo posizionamento misto».
Nel 2022, il perimetro di attività del Gruppo si è ulteriormente ampliato con l’apertura di Almar Giardino di Costanza, in Sicilia, a maggio scorso. Più recente, invece, è la nuova gestione, con decorrenza gennaio 2023, del Timi Ama, Luxury Resort a Villasimius in Sardegna, anche questa a marchio Almar. Con questa nuova apertura, il segmento Resort, che nel 2022 ha pesato per il 25% del fatturato, nel 2023 arriverà a quasi il 40% del fatturato complessivo.

«Questo hotel ha una sua storia e clientela, ci aspettiamo di operare in continuità a partire da investimenti importanti per 8 milioni di euro». Ma le operazioni di crescita per linee esterne non sarebbero finite, in particolare il segmento su cui ora il gruppo veneto vuole puntare è quello dei city hotels, con dossier allo studio Roma e Torino. E l’idea di guardare anche oltre l’Italia.
In questo senso ci sarebbe anche un’ imminente uscita del partner finanziario Siparex (entrerà un nuovo alleato), che attraverso due veicoli tiene circa il 35 per cento del capitale, mentre la famiglia Boccato è al 62,6 per cento.
Le ambizioni per questa nuova fase di sviluppo sono importanti «Puntiamo a raddoppiare i ricavi nell’arco di due anni» preannuncia Boccato.
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