Crisi della Cimolai, parla l’ex Cfo: «Agito sempre secondo direttive»

«Per 27 anni il nostro cliente ha fedelmente perseguito gli interessi della società, operando in conformità alla legge e alle direttive impartitegli dal Consiglio di amministrazione e dal suo presidente». Ne consegue che non è accettabile che l’ex Cfo di Cimolai spa «venga additato quale responsabile della crisi, avendo egli sempre operato al massimo delle sue capacità e in trasparenza, nell’esclusivo interesse della società».
Per la prima volta dall’autunno scorso, quando è emersa la crisi finanziaria che ha investito l’impresa pordenonese leader delle grandi costruzioni in acciaio, il manager Roberto Raggiotto fa sentire la propria voce, sia pure attraverso i suoi legali, lo Studio Adest Legal & Tax di Pordenone. «Da mesi il nostro assistito è ingiustamente al centro di una campagna denigratoria, tesa a declamarlo tanto pubblicamente quanto indebitamente quale unico responsabile della crisi della Cimolai spa, con l’accusa di aver in autonomia investito le risorse della società in rischiosi contratti derivati all’insaputa degli organi sociali e del suo titolare».
E così non è, secondo gli avvocati, che richiamano la carriera del manager, in azienda da 27 anni, e il suo agire in ottemperanza alle direttive del Cda e del presidente. «È sotto gli occhi di tutti l’andamento dei mercati finanziari degli ultimi due anni, il quale, anche a causa della turbolenza causata dalla guerra in Ucraina, ha comportato riflessi negativi sulla finanza aziendale di Cimolai spa – ancora gli avvocati – ragione per cui il nostro assistito non è più disposto ad accettare di essere additato quale responsabile della crisi, avendo egli sempre operato al massimo delle sue capacità e in trasparenza, nell’esclusivo interesse della società».

Gli avvocati rendono noto che il manager ha avviato una causa civile nei confronti dell’azienda, impugnando il licenziamento, ritenuto illegittimo, con contestuale richiesta di risarcimento danni. La causa «rappresenterà l’occasione per chiarire l’assenza di responsabilità dell’ex Cfo» è servirà a ricostruire «la complessiva conduzione aziendale da parte del Cda». «Continuare ad asserire che egli è l’unico responsabile del dissesto è quanto meno incauto (e comunque poco credibile) fino al momento in cui tutte le responsabilità saranno accertate», concludono i legali.
Per Cimolai spa si apre ora la fase della valutazione dei creditori della proposta di concordato presentata al tribunale di Trieste. Una proposta modificata rispetto a pochi mesi fa, con la rinuncia alla costituzione di una newco in favore della continuità, grazie a un’importante iniezione di capitali da parte di Luigi Cimolai. Ora nel periodo che va dal 20 luglio al 10 agosto si raccoglieranno le votazioni dei creditori a cui farà seguito, entro il mese di settembre, l’attesa omologa.
La procedura inizia avendo, il piano di salvataggio, ottenuto il placet di Sace, società del Gruppo Cdp, che ha accettato la proposta di riscadenzamento del debito, e con una valutazione positiva anche del commissario.
Si prospettano, infine, tempi un po’ più lunghi per l’altra procedura di concordato che l’azienda ha depositato a Londra in tempi successivi – anche se non di molto – rispetto all’iter avviato al tribunale delle imprese Fvg.
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