Confindustria alla volata finale: 4 candidati in lizza per il dopo Vescovi

VICENZA. Che il mistero si annunci fitto a proposito di chi guiderà gli industriali di Vicenza e provincia nei prossimi anni, è intuibile già da domande come le seguenti. Sarà la prima volta di una donna, nella fattispecie un'imprenditrice di Santorso? Oppure sarà il turno di un "bassanese", visto che due papabili su quattro provengono da quella zona della provincia? E se invece la spuntasse il "quarto incomodo", presentatosi in extremis dal Basso Vicentino?
Domande che, sin dalla presentazione della candidature, già si sono posti gli oltre milleseicento soci di Assindustria Vicenza, rappresentanti di aziende che danno lavoro a circa 85mila dipendenti, formando così una delle confindustrie provinciali più importanti d'Italia per aderenti e volume di affari.
Lunedì 15 febbraio questi milleseicento soci avranno elementi in più per cercare una risposta dato che, in qualità di elettori, si ritroveranno "online", come impone la pandemia in corso, per la presentazione ufficiale dei quattro candidati alla successione del presidente uscente Luciano Vescovi, giunto a fine mandato.
In ordine alfabetico si tratta di: Laura Dalla Vecchia, 51 anni, presidente della Polidoro che produce bruciatori a gas a Schio; Mauro Frigo, 50 anni, amministratore delegato della Veca, che produce articoli in plastica per casa e giardino ad Albettone; Alberto Luca, 55 anni, presidente della Lucaprint che produce soluzioni di packaging a Pianezze; Remo Pedon, 64 anni, presidente della Pedon spa, che da Colceresa rifornisce le catene alimentari di legumi confezionati.
Toccherà a uno di loro, alla fine delle procedure di voto previste per la prossima primavera, diventare il quindicesimo presidente di un'associazione che, dal 1945 della sua fondazione a oggi, è stata guidata da imprenditori della levatura di un Pietro Laverda o un Pietro Marzotto.
Fossimo in Inghilterra, dove si è soliti scommettere su tutto, dei bookmaker, abilitati a esprimere acconce quotazioni per ognuno dei quattro, potrebbero contribuire a fare luce su una vigilia elettorale densa di incognite e congetture. Perché se, una volta messi assieme, sono espressione di una vitalità democratica mai da buttar via, è altrettanto certo che si tratta di un'"abbondanza" abbastanza anomala per le tradizioni elettorali dell'associazione vicentina.
Inevitabile vedervi un segno dei tempi. Che sono sì cupi in ambito nazionale, dove la pandemia di covid sta presentando conti economici molto pesanti, con riflessi sull'occupazione di una drammaticità ancora da stimare. Ma che si presentano oltremodo incerti in chiave locale, dove una frammentazione di squadre e proposte rimanda inevitabilmente a un territorio vicentino dove, durante la presidenza Vescovi, la catastrofica implosione della Banca Popolare Vicentina ha disintegrato gerarchie e relazioni ruotate per decenni attorno al "dominus" di quel sistema, Gianni Zonin.
In ogni caso, questo è lo scenario che ha dato vita al "film" delle candidature. Rivedendolo in moviola, si parte quindi lo scorso autunno da una sfida a due, anzi, da un derby tutto bassanese che contrappone due imprenditori già presenti ai vertici della giunta uscente dell'associazione: il tesoriere Alberto Luca e uno dei vicepresidenti, Remo Pedon. Numerosi, e fra loro non speculari, i talenti messi in campo da entrambi.
Luca, i cui packaging imballano brand alimentari fra i più noti, vanta un potere mediatico e una capacità di relazioni grazie a cui diventa presidente di Videomedia, società proprietaria della vicentina TvA, nonché consigliere di amministrazione di Athesis, società editrice de Il Giornale di Vicenza.
Pedon, classico self-made man partito da zero a 18 anni di età, ribatte con una caratura da imprenditore globale, che con la sua azienda ha sviluppato filiere produttive in vari angoli del mondo, tanto da essere eletto fra i membri del GPC, organismo mondiale di riferimento per le industrie dei legumi. Forse perché c'è all'orizzonte un po' troppa Bassano per i gusti dei vicentini, e sicuramente perché questi competitor esprimono visioni molto diverse di una futura governance dell'associazione, fatto sta che le candidature di Luca e Pedon agitano le acque al punto tale da chiamare in lizza altri due nomi. In ordine di tempo, il primo è quello di Laura Dalla Vecchia, altra vicepresidente uscente della giunta Vescovi.
Alle sue spalle l'imprenditrice fa intravedere il sostegno di un settore manifatturiero scledense noto per le eccellenze metalmeccaniche: è una vocazione internazionale che Dalla Vecchia declina in azienda, dirigendo l'apertura delle sedi di Polidoro inTurchia e Cina, mentre in ambito culturale spicca la presidenza della Neri Pozza, gloriosa casa editrice vicentina.
Ma nemmeno il "triello", nobilitato nella storia del cinema da Sergio Leone con l'epilogo de "Il buono, il brutto e il cattivo", può bastare come modello alla competition apertasi per la poltrona più ambita di palazzo Bonin Longare, sede degli Industriali vicentini. Già, perché in tempo utile per candidarsi, si presenta alla fine anche Mauro Frigo.
Il quale, oltre a provenire da un'area come il Basso Vicentino, caratterizzata da specifiche filiere, mette sul banco un profilo duplice: non solo di imprenditore in grado di dare vita anche al centro medico CMM di Barbarano, ma anche di "problem solver", con spiccata vocazione da una parte per la mediazione e l'ascolto, e dall'altra per la formazione.
Questi sono i tasti su cui i quattro candidati pigeranno il 15 febbraio, al momento di presentarsi in video all'assemblea dei loro elettori, fornendo così altri elementi di giudizio alla commissione dei tre saggi incaricati, secondo la prassi, di accompagnarli durante la loro campagna.
Toccherà infatti a Francesco Battistella, Alessandro Bocchese e Bernardo Finco redigere quel "report" utile affinchè i 49 componenti del consiglio generale prima, e gli oltre milleseicento soci poi, eleggano fra marzo e aprile il nuovo presidente di Assindustria Vicenza. In un clima di incertezza che fra due settimane a Sanremo vorrebbero tanto sfoggiare per rendere così emozionante il nuovo festival della canzone.
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