Confartigianato Fvg, giù del 7% il credito a imprese artigiane e Pmi
L'edilizia la più penalizzata. Tilatti: «Pesa la selettività delle banche. Così si limita la crescita»

In Friuli Venezia Giulia, nonostante il calo dei tassi di interessi, a giugno i prestiti alle piccole imprese sono calati del 7,2% su base annua, in linea con la media nazionale, ma con una diminuzione molto più forte rispetto al calo del credito al totale delle imprese, che ha ceduto solo dell’1,4 per cento. Scivolata ancora più importante per i prestiti alle «quasi-società artigiane», ovvero alle società di persone e imprese individuali con più di 6 addetti, che sono diminuiti del 10,7 per cento.
Secondo il Focus credito Mpi-Rapporto congiunturale redatto ad ottobre dal sistema confederale nazionale degli artigiani, «il comparto artigiano rimane particolarmente penalizzato, con una riduzione del credito di otto volte superiore alla media delle imprese italiane».
«Si è di fronte a un sistema creditizio che, in larga parte, non è più pensato per far crescere le realtà produttive, ancor meno quelle che muovono i primi passi. Tendenzialmente si presta soldi a chi ne ha, così il rischio d’impresa si riduce», sottolinea il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti.
Alcuni settori sono ancor più penalizzati. Per le imprese edili il costo del credito che può arrivare addirittura a un +108 punti base rispetto al totale delle imprese. Tutto ciò nonostante le condizioni del credito in regione restino più favorevoli rispetto al resto d’Italia, con un tasso medio del 5,15% rispetto al 5,22 per cento. Per l’edilizia, però, il tasso medio sale al 5,91%, per i servizi al 5,56%, mentre per le costruzioni si attesta nella media del 4,69%.
«In questa situazione le imprese, in genere, si tutelano contraendo le commesse e attingendo alle risorse familiari per gli investimenti in azienda», spiega Tilatti. «Un processo che, se nell’immediato consente di proseguire, nella sostanza limita la crescita delle realtà economiche, in particolare quelle delle start up, ma non solo».
Riguardo poi alla stretta maggiore che si riscontra nel settore edile, «l’edilizia è stato a lungo un settore trainante, considerato solido e in grado di dare linfa a una filiera importante. Ora, però, per il sistema creditizio è un settore a rischio, perché non sempre è facile valutare questa tipologia di aziende, i committenti in molti casi sono privati e, soprattutto, perché pesa il ricordo dei fallimenti bancari derivanti dalla crisi dei mutui subprime americani e degli stress generati da qualche crisi aziendale importante».
«Anche il ricorso alle garanzie Confidi diventa difficoltoso in presenza di una normativa sempre più stringente degli organi di vigilanza», osserva il segretario regionale di Confartigianato Fvg,
Enrico Ev a, con «il rischio di un’economia privata di un necessario slancio vitale».Così, la selettività nella concessione di credito cresciuta negli anni «ha finito anche per scoraggiare le imprese anche solo a richiedere un prestito» prosegue Tilatti. Infatti, oggi per la vita di un’impresa può essere rischioso persino aver ottenuto un diniego da una banca non solo non essere riusciti a onorare una rata di mutuo. Inoltre, soprattutto per chi opera come terzista, vi è il rischio di non rispettare qualche scadenza solo perché l’azienda più grande non salda le fatture nei tempi dovuti».
Con un credito che «non è più in grado di leggere la storia di un’impresa e il suo rapporto con il territorio» e le aziende che «sono sempre più spaventate dal finire in qualche “black list” magari non per responsabilità diretta» il sistema appare «più vicino agli algoritmi che alle imprese e al mondo reale», conclude il presidente di Confartigianato Fvg.
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