Coin avanti piano: il giudice prende tempo per decidere sulla proroga
L’attuale protezione dai creditori scadrà il 13 gennaio 2025 la società ha richiesto un allungamento al 23 febbraio
Tutto rimandato per Coin. La società veneziana di department store è tornata ieri davanti al Tribunale delle imprese di Venezia per un'udienza cruciale sul futuro del suo piano di ristrutturazione. Presenti in aula il management, rappresentato dal presidente Andrea Gabola e l’ad Matteo Cosmi, che incontravano il giudice incaricato per la prima volta dalla nomina nel board.
L’incontro, che secondo fonti si sarebbe svolto in ambiente sereno, erano finalizzato a richiedere sia la proroga dei termini della composizione negoziata, che ad illustrare lo stato di avanzamento nella definizione del nuovo piano industriale, come delle misure finora messe in atto dal management per fronteggiare il momento di difficoltà.
Il giudice ha chiesto tempo e si esprimerà nei prossimi giorni, come già accaduto dopo il primo incontro in tribunale. La procedura di composizione negoziata, richiesta dal gruppo veneziano nel luglio 2024, è in una fase decisiva. L'attuale protezione dai creditori scadrà il 13 gennaio 2025, ma Coin ha richiesto una proroga fino al 23 febbraio, l'ultima possibile secondo le normative.
Da quel che risulta nessuna manifestazione di interesse o offerta da parte di investitori si è formalmente palesata durante l’incontro.
La situazione finanziaria di Coin, come noto, non è semplice. L'azienda ha chiuso l'ultimo esercizio, al 31 gennaio 2023, con un valore della produzione di 236 milioni di euro (280 milioni nel consolidato) e un utile di 15 milioni, derivante principalmente da 28,3 milioni di plusvalenze su cessioni di immobilizzazioni. Tuttavia, il 2024 si prevede chiuda con una perdita significativa, evenienza che chiaramente andrebbe a gravare sulla situazione patrimoniale della società. A gennaio 2023, il debito complessivo ammontava a 234,8 milioni di euro, di cui 87 milioni verso le banche (38 milioni esigibili entro l'anno successivo) e 121 milioni dovuti ai fornitori.
Nel corso dell’udienza, come detto, Cosmi e Gabola hanno illustrato anche la situazione della rete di negozi e l’avanzamento del tavolo aperto al Mimit. Durante l'ultimo incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), dove è aperto un tavolo di crisi, a dicembre, Coin aveva annunciato la chiusura di 7-8 punti vendita entro il 2025. Questi negozi, che impiegano circa 92 dipendenti su un totale di 1.330, sono stati individuati come strutturalmente in perdita e privi di prospettive di recupero. Nonostante ciò, Coin ha escluso il ricorso a licenziamenti collettivi. L'azienda utilizzerà la cassa integrazione straordinaria e si è impegnata a ricollocare i dipendenti interessati dalle chiusure in altre sedi. —
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