Città d’arte, mare e neve: a Nord Est il turismo vuole crescere
Il Nord Est punta a estendere la stagionalità delle spiagge e della montagna, ma servono maggiori servizi

Il turismo del Nord Est archivia il 2025 come un anno complessivamente positivo, con un finale spumeggiante. «Per Capodanno siamo già oltre il 70 per cento di occupazione alberghiera a Venezia, un dato migliore dell’anno scorso e contiamo di fare il sold out».
A comunicarlo il presidente del Gruppo Turismo e Cultura di Confindustria Veneto Est Salvatore Pisani, segnalando il ruolo strategico dei mercati di prossimità, francesi, tedeschi e svizzeri, e la significativa presenza dei turisti italiani. «Venezia continua ad attrarre grazie ai musei, alla Fenice e a una programmazione di eventi che fanno da traino», aggiunge, sottolineando la capacità della città lagunare di offrire esperienze emozionali molto ricercate.
L’analisi degli arrivi in Veneto mostra una dinamica più complessa: «Quest’anno c’è stata una lieve contrazione, perché alcuni visitatori, soprattutto americani, sono stati frenati dal timore che le città d’arte fossero prese d’assalto in occasione del Giubileo». Nel periodo gennaio-ottobre 2025, gli arrivi nelle città d’arte del Veneto hanno registrato una variazione del -1,1%, attestandosi a 10 milioni e 300mila, su un totale regionale di 19milioni e 850mila arrivi. (Elaborazioni dell’Ufficio di Statistica della Regione del Veneto su dati Istat). I segnali che arrivano dai mercati internazionale per il 2026 sono incoraggianti: «A inizio dicembre si è svolto a Cannes l’International Luxury Travel Market, primo termometro sull’andamento dei flussi turistici. Ci aspettiamo un 2026 con performance superiori nel turismo di alto livello, per cui le nostre destinazioni sono particolarmente ricercate. In particolare, confidiamo in una situazione internazionale più stabile e puntiamo sul ritorno di flussi oggi assenti, con clientela alto spendente. La cucina italiana, entrata nel patrimonio immateriale Unesco, sarà «un ulteriore volano, soprattutto se integrato con eventi e cultura. Si deve continuare a lavorare per promuovere le esperienze che le nostre città storiche possono offrire e lavorare sul miglioramento delle infrastrutture e dei collegamenti».
In Friuli Venezia Giulia, il presidente regionale di Federalberghi Enrico Guerin, imprenditore di Lignano Sabbiadoro, la più nota località balneare della regione, è entusiasta dei risultati rilevati da gennaio a ottobre dell’anno, con +6,2% di presenze e 10 milioni di presenze con 2 mesi di anticipo rispetto all’anno scorso. «I siti Unesco hanno registrato risultati positivi, così come il turismo balneare, nonostante un’estate non facile per il meteo e il contesto economico». Località come Lignano e Grado «hanno retto bene», aggiunge. Sul tema dei mesi spalla e della durata dei soggiorni, evidenzia: «Abbiamo margini di crescita solo nei mesi spalla, come settembre e ottobre. Il meteo ci aiuta, serve rafforzare l’offerta di servizi, che dev’essere sempre più completa per favorire l’allungamento dei soggiorni». Guerin pone l’accento anche sulla formazione dei giovani: «Tra le azioni da incentivare, la formazione e l’orientamento dei giovani sin dalle scuole medie, coinvolgendo le famiglie. Il turismo può essere una vera carriera. Fondamentali sono le lingue, in particolare il tedesco, e i percorsi tecnici: il corso dedicato al turismo dell’ITS Academy di Udine funziona, sforniamo ogni anno venti ragazzi altamente qualificati. Possiamo fare di più, attivando nuovi corsi. Abbiamo bisogno di personale formato, anche nel settore della nautica, che porta benessere e clienti anche per le attività della ristorazione. È una catena: servono più residenti, più personale, più servizi».
All’orizzonte, «l’idea di offrire delle staff house per lo staff delle strutture. Il turista è sempre più attento e preparato e la qualità dell’accoglienza si fonda anche sulla qualità dei collaboratori, che vanno formati e incentivati a restare nel territorio». Tra le questioni da affrontare, secondo Guerin, c’è poi la dinamica degli affitti brevi: «l’avanzare dell’offerta disordinata degli affitti brevi, sottraendo alloggi per i residenti, porta via identità ai territori, è un fenomeno da governare. La regolamentazione è stata presa in carico dalla politica, ma il tema va approfondito e sviluppato». Un ruolo strategico nel turismo viene giocato dal turismo all’aria aperta. «Il comparto è caratterizzato da una forte crescita e da un’evoluzione costante del prodotto», sottolinea Alberto Granzotto, presidente nazionale e Nord Est di Faita Federcamping. «Le strutture stanno investendo su sostenibilità, innovazione digitale e formazione del personale. Oggi il campeggio offre un rapporto diretto con la natura, ma anche servizi di alto livello, sicurezza, attività sportive, intrattenimento ed esperienze gastronomiche».
Secondo i dati Faita dal 1° maggio al 31 ottobre scorso l’occupazione nei campeggi e villaggi turistici del Nordest è aumentata del +1,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Spiccano i numeri di Cavallino-Treporti, capitale europea del turismo open air con 6 milioni di presenze nei campeggi e villaggi turistici nei primi 10 mesi dell’anno. «I turismo all’aria aperta è una vera perla, apprezzata soprattutto dal pubblico nordeuropeo. La stagionalità si sta allungando e l’obiettivo è garantire aperture sempre più estese anche per garantire la stabilizzazione dei lavoratori», sottolinea Granzotto.
«L’aspettativa è che il turismo all’aria aperta sia riconosciuto come un comparto a sé, anche in ambito statistico, accanto a quello alberghiero. Rappresentiamo circa il 17 per cento dei flussi a livello nazionale e quasi il 30 per cento a Nord Est (Veneto e Friuli) e abbiamo bisogno di maggiore visibilità», continua Granzotto, che rimarca l’importanza della digitalizzazione: «Saper raccontare l’evoluzione del settore, costruire esperienze e pacchetti, utilizzare la tecnologia per comunicare è fondamentale. Il turismo del futuro passa anche da qui».
Diverse le peculiarità dei campeggi che si distinguono nell’offerta turistica: «sono molti i campeggi veneti che ogni anno ottengono il massimo riconoscimento (ADA/Pincamp) che assegna le 5 stelle per gli elevatissimi standard in servizi, sanità, piazzole, approvvigionamento e tempo libero. Stiamo abbracciando la sfida digitale per trasferire al pubblico internazionale il racconto delle esperienze che si possono vivere nelle nostre strutture. Il filo conduttore della nostra accoglienza è la sostenibilità, sia ambientale che sociale, perché le vacanze dei nostri clienti si caratterizzano per una permanenza media più lunga, ampliando l’indotto sul territorio in un circuito virtuoso».
Riproduzione riservata © il Nord Est








