Cicli e moto, la ricetta di Roman: «Filiere più corte contro le crisi»

L’Ad di Fantic Motor è il nuovo presidente di Confindustria Ancma: «Riconoscimento al territorio»
Nicola Brillo

«È un riconoscimento a più di quarant’anni di lavoro in questo settore e al valore delle imprese del territorio veneto, alcune delle quali sono orgoglioso di rappresentare». L’ingegnere Mariano Roman, 69 anni, è stato eletto nuovo presidente di Ancma, l’associazione nazionale del ciclo, motociclo e accessori, aderente a Confindustria. Entrato in Laverda nel 1979, il suo nome è legato ai successi di Aprilia e Moto Guzzi.

Negli ultimi 10 anni, con gli imprenditori di VeNetWork, ha preso quello che era un marchio, Fantic Motor, e l’ha portato a superare i 200 milioni di fatturato. Del gruppo trevigiano delle due ruote è socio e amministratore delegato. Ha aggregato altre società (Bottecchia e Motori Minarelli), coinvolto Francesco Moser per realizzare una linea esclusiva di bici elettriche.

Nel frattempo ha portato a primeggiare la squadra corse Fantic nei campionati del mondo off road e alla Dakar. E ora punta ad essere protagonista in Moto2 al Motomondiale, in partenza a marzo. Guiderà l’industria del motociclismo italiana (oltre nove miliardi di euro di valore e la leadership europea), cui somma il comparto della bicicletta (oltre 3 miliardi).

Quali sono gli obiettivi del suo mandato?

«Con la presidenza di Paolo Magri c’è stato un grande vigore per il settore, intendo proseguire in questa direzione. Il mio obiettivo è lavorare con un forte impegno per la mobilità urbana, che può dare contributi importanti sulla riduzione dell’inquinamento. E con la mia presidenza intendo rappresentare anche i milioni di clienti, impegnandomi per la sicurezza dei ciclisti e motociclisti».

Quali sfide la preoccupano maggiormente?

«Quella più importante è certamente la situazione geopolitica, che imporrà nuove scelte, ancora tutte da decifrare. Europa, Asia e Stati Uniti stanno definendo le strategie a medio e lungo termine e questo inciderà sulla filiera di cicli e moto. Per anni tutte le aziende si sono spostate e hanno delegato ad altri continenti lo sviluppo tecnologico, ora è tempo di cambiare il modello e pensare ad una filiera diversa, certamente più corta. In Asia la tecnologia è più evoluta, l’Europa è rimasta indietro».

Siamo ancora in tempo per invertire la rotta?

«Bisogna implementare subito le tecnologie attuali, ma soprattutto porre le basi per quelle future. Dobbiamo investire già da ora: è tardi, ma possiamo ancora farcela».

Cosa chiedete all’Europa?

«ll Pnrr non può essere solo infrastrutture e settore immobiliare, serve uno strumento per rilanciare la nostra industria e tecnologia e risorse che consentano alle aziende di essere competitive a livello mondiale e durare nel tempo».

Anche il settore delle moto dovrà affrontare la transizione green.

«È entrata in vigore la normativa euro 5+, che ha imposto una diminuzione dell’inquinamento dei mezzi. Su questo fronte l’industria italiana lavorava da tempo, siamo pronti».

Quali proposte per la mobilità urbana?

«Lo sviluppo della mobilità urbana passerà dall’elettrico e il suo sviluppo. In questo siamo sostenuti dalle istituzioni, che hanno definito i bonus. Dovrebbero arrivare al 2026, ma devono essere sostenuti. Non deve più accadere come negli anni scorsi che la mancanza di fondi ha decretato una pesante flessione delle vendite».

Che anno si attende per Fantic Motor?

«Nelle moto proseguiremo con vendite stabili o in aumento, la bici deve affrontare il problema dell’over stock: 2 milioni sono le bici invendute in Europa. Dobbiamo avere tutti molta cautela sui piani. Nel 2025-2026 prevediamo un mercato in espansione».

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