Cecconato: «Per Ascopiave il risiko non è finito. Possiamo investire fino ad 1 miliardo»

Il numero uno della multiutility trevigiana: «Disposti a esercitare la put su EstEnergy. Se si presentasse l’occasione della vita abbiamo le risorse»
Roberta Paolini

TREVISO. «Se dovessimo avere l’occasione della vita certo la coglieremmo al volo. Anche esercitando tutta la put option su EstEnergy». Nicola Cecconato, numero uno di Ascopiave, va dritto come un fuso, perché di ipotesi sul tavolo ce ne potrebbero essere. «Noi non crediamo che il risiko territoriale sia finito» ribatte sicuro «A2a ha preso una strada diversa, mentre noi crediamo che questa strada non vada abbandonata.

Le possibilità di acquisizione sui vari territori sono diverse. Noi abbiamo cambiato pelle, e in quel senso abbiamo sempre inteso l’operazione con Hera, una partnership che va benissimo, ma ci fosse l’opportunità abbiamo le risorse per coglierla. Noi siamo convinti, ed è la nostra filosofia, che le infrastrutture di distribuzione avranno ed hanno un ruolo nella transizione energetica. Da quelle reti passa gas che poi un giorno potrà essere un gas verde».

Durante la conferenza stampa di presentazione del piano Cecconato ha spiegato che quella put option avrebbe un valore potenziale di circa mezzo miliardo. Risorse che potrebbero portare diversi operatori a sedersi ad un tavolo per valutare operazioni straordinarie, che per l’appunto Cecconato, non dà per nulla per accantonate.

Il piano industriale 2021-2025 di Ascopiave, che ha convinto la Borsa (il titolo ha chiuso a +1,97 %), si fonda su quattro pilastri: innovazione, diversificazione, crescita ed efficienza. Prevede una mole consistenti di investimenti, al netto di eventuali put (oltre a quella sul 48% di EstEnergy anche quella per il 3 per cento di Hera Comm) che potrebbero essere esercitate, e due scenari di sviluppo possibile. Una prima ipotesi per 599 milioni di risorse impiegate ed un secondo di 658 milioni, i in caso di aggiudicazione delle gare d’Ambito. Per entrambi gli scenari ci sono 258 milioni che vengono destinati alla diversificazione e 424 milioni a investimenti nella distribuzione gas che, precisa Cecconato, «resta sempre il nostro core business».

Questo significa che comprensiva della put, Ascopiave avrebbe -potenzialmente - a disposizione per attuare le sue ambizioni circa 1 miliardo di euro.

Per quanto riguarda i risultati economici il piano impatterà in maniera consistente sulla generazione di cassa, l’indicatore più importante per sostenere le scelte di investimento anche in una visione di medio periodo.

«Prevediamo – dice Cecconato - che dagli attuali 66 milioni di ebitda di riuscire a passare a 102 milioni al 2025 nel caso dello scenario A che salgono a 118 milioni del caso dello scenario B». Il piano strategico tiene conto della nuova regolazione tariffaria che è passato dal 63 al 57% e che produrrà un impatto di circa 6 milioni in meno di ricavi tariffari o di 7 milioni nel caso dello scenario B previsto a piano. Gli altri dati prevedono un risultato netto al 2025 a 46 milioni di euro (+ 2 milioni di euro rispetto al preconsuntivo 2021)quindi sostanzialmente allineato anche nell’eventualità della cessione di parte di EstEnergy e Hera Comm, che si ricorda incidono attualmente sugli utili aziendali, L’indebitamento al 2025 andrà a 608 milioni di euro, con una leva finanziaria (Posizione finanziaria netta / Patrimonio Netto) al 2025 pari allo 0,68 nell’ipotesi A che cresce a 0,73 nel secondo scenario. La previsione dei dividendi distribuiti è di 16,5 centesimi per azione per l’esercizio 2021, in crescita di 0,5 centesimi per azione negli anni successivi sino al 2025.

Nell’ambito di eventuali cessioni non rientra invece la quota del 5 per cento in Acsm-Agam, titolo quotato e quindi ovviamente liquidabile. «Ma non è questa la nostra intenzione- dice Cecconato - anzi intendiamo farla diventare una partecipazione stabile».

Riproduzione riservata © il Nord Est