«Il mercato rallenta, ma Carraro resta solida. La ripartenza nel 2026»

Parla il presidente Enrico Carraro: «La situazione è molto complessa ma non inattesa». Nel semestre tiene la marginalità e restano confermati gli investimenti industriali e in R&S

Roberta Paolini

 

«Una situazione sicuramente complessa, ma non inattesa». Enrico Carraro, presidente dell’omonimo gruppo leader mondiale nei sistemi di trasmissione per veicoli off-highway e nei trattori specializzati, commentando i risultati del primo semestre 2025 già sta guardando avanti. «Quando abbiamo costruito il budget per quest’anno avevamo già previsto un quadro difficile, in continuità con la seconda parte del 2024. Siamo quindi perfettamente allineati con le nostre previsioni. Non abbiamo perso quote di mercato: è il mercato stesso che sta rallentando».

Per la multinazionale di Campodarsego, spiega Carraro, i risultati sono effetto di un contesto «di rallentamento generale dell’industria europea, partito dal settore automotive e aggravato dalle tensioni geopolitiche e dalle politiche commerciali degli Stati Uniti». Tuttavia, aggiunge, «l’impatto dei dazi è stato soprattutto psicologico e burocratico: molti clienti non sapevano nemmeno come spedire o come documentare la tracciabilità dell’acciaio, e il mercato si è fermato anche per questo più che per un effetto diretto delle tariffe».

Nonostante la congiuntura, la redditività è pienamente sotto controllo: «La marginalità si è erosa solo parzialmente – spiega il presidente – ma resta sostenibile e ci consente di chiudere il semestre con risultati soddisfacenti».

Andando al dettaglio dei numeri: il gruppo ha archiviato il primo semestre 2025 con ricavi consolidati a 352,8 milioni di euro, in calo dell’11,2% rispetto ai 397,1 milioni dello stesso periodo del 2024. L’Ebitda si è invece attestato a 30 milioni, pari all’8,5% del fatturato, in calo rispetto ai 43,6 milioni di euro (11% del fatturato) del primo semestre 2024.

La crescente incertezza geopolitica, la prosecuzione dei conflitti in varie aree del mondo e l’inasprimento delle politiche doganali statunitensi hanno inciso sulle strategie di approvvigionamento dei principali costruttori globali di macchine agricole e movimento terra.

«Questa prima parte dell’anno – spiega Carraro – è figlia del rallentamento iniziato nel 2024. Avevamo previsto la discesa e ci siamo strutturati per tempo, adeguando spese e investimenti». L’andamento per aree mostra un forte incremento delle vendite in India (+8,7%), che ha solo parzialmente compensato il calo nei mercati occidentali (Nord America ed Europa) e in Cina, dove il fatturato si riduce del 21,5%. La Germania, storico mercato del gruppo, registra una contrazione del 20,5%.

«L’India è andata molto bene – spiega il presidente – mentre la Cina ha vissuto un brusco rallentamento. In Europa, e soprattutto in Germania, la frenata dell’automotive ha trascinato dietro tutto il mondo industriale. Negli Stati Uniti l’economia resta forte, ma il clima d’incertezza legato ai dazi ha frenato la catena delle forniture».

Gli investimenti industriali, nonostante un quadro non favorevole, sono proseguiti e nel semestre ammontano a 11,5 milioni in linea con la strategia di medio termine. «Abbiamo rallentato solo in parte – sottolinea Carraro – ma continuiamo a investire nei nuovi prodotti. Alcuni entreranno in gamma già nel 2026». Sul fronte della ricerca e innovazione, il gruppo ha destinato alla R&S circa il 3,8% del fatturato, in linea con il 3,5% registrato a giugno 2024. L’attività riguarda lo sviluppo di sistemi di trasmissione e trattori specializzati, ma anche l’omologazione di nuovi fornitori e materiali per contenere i costi.

Tra le società del gruppo, Siap di Maniago ha risentito nella prima parte dell’anno del fermo di un cliente americano del comparto off-road, Ineos con il suo fuori strada Grenadier, bloccato per problemi nella catena di fornitura. «Quel progetto è ripartito, anche se più lentamente – spiega Carraro – e si sta riallineando con le attese».

Guardando avanti, il presidente del gruppo vede segnali di ripresa graduale: «Nella seconda parte dell’anno ci aspettiamo un miglioramento rispetto al primo semestre, con un recupero parziale del fatturato e della marginalità. Molti clienti stanno finendo di smaltire gli stock accumulati e torneranno a produrre». I fondamentali, conclude Carraro, restano solidi: «Agricoltura e costruzioni sono settori sani. Il rallentamento è congiunturale, non strutturale. È una fase passeggera. Ci aspettiamo un 2026 con prospettive migliori, di crescita e normalizzazione. Stiamo lavorando in quella direzione».

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