Ca.Form conquista il Giappone con i suoi negozi monomarca “Fior di Maso”

L’azienda vicentina, leader nella produzione lattiero-casearia Dop, oggi ne possiede 4 ma alla luce del successo riscosso dall’iniziativa progetta di quadruplicarne il numero. E’ stato accolto con grande favore anche il wine bar “Clandestino 41”, aperto nel quartiere più trendy di Tokyo

La redazione

VICENZA. «Il consumo di formaggio è cresciuto negli ultimi due anni premiando il prodotto pre-affettato, facile da consumare, ma allo stesso tempo di qualità». Enrico Chiomento, amministratore delegato del Gruppo Ca.Form (marchio Fior di Maso) fa il punto su tendenze e difficoltà del settore caseario, tirando le somme del 2021 che per il Gruppovicentino specializzato nella produzione di formaggi DOP italiani, si è chiuso confermando un solido trend di crescita del 5% rispetto all'anno precedente.

Con 70 milioni di fatturato consolidato, l'azienda fondata nel ’59 da Adriano Chiomento, e oggi portata avanti dai figli Enrico e Stefano, guarda al futuro con due grandi obiettivi: la crescita all’estero e la sostenibilità della filiera dal punto di vista ambientale, sociale ed etico».

Sul primo fronte, dal 2015 in poi, Ca.Form ha fatto importanti passi avanti affermandosi in particolare sul mercato Giappone con Ca. Form Japan ltd che ad oggi impiega 40 dipendenti fissi solo a Tokyo (l'azienda in totale ne conta 150). Sempre nella capitale nipponica l'azienda possiede quattro negozi monomarca, dei quali l'ultimo inaugurato a dicembre 2021, assieme ad un nuovo centro di taglio, confezionamento e distribuzione.

Ma non è tutto. Nel 2020 a Nakameguro, il distretto più trendy della città, ha aperto i battenti, un’osteria e wine-bar dove gustare taglieri di salumi e formaggi italiani accompagnati da vini scelti. «Abbiamo di fatto esportato il gusto e il modo di fare l’aperitivo italiano in Giappone» commenta Enrico Chiomento affermando di voler quadruplicare il numero di negozi a marchio Fior di Maso a Tokyo.

«La richiesta dei nostri prodotti nella capitale nipponica è in aumento e vi è un forte interesse per i nostri negozi monomarca, che grazie all’ottimo lavoro svolto nella sede giapponese riusciamo ad aprire agevolmente, nonostante sia una città molta complessa da penetrare e dove altrettanto complesso è ottenere terreni e immobili».

Quello giapponese è il primo mercato estero per Ca.Form che esporta i propri prodotti in 47 paesi dove totalizza il 30% del fatturato. Per il restante l'azienda si rivolge prevalentemente alla GDO e al settore Horeca italiano producendo sia a private label (20% della produzione) che a marchio proprio. Il brand principale di formaggi tipici veneti, DOP italiani e ricotta è Fior di Maso a cui si aggiunge il marchio Speck di Asiago. Ca.Form è il principale produttore privato e secondo assoluto di Asiago DOP, ma è il primo produttore assoluto di formaggio Montasio DOP. La sede del Gruppo, nonché sede logistico-distributiva, si trova a Thiene (VI), mentre quella produttiva, ovvero il caseificio, è a Vedelago (TV).

Enrico Chiomento, Ad di Ca' Form
Enrico Chiomento, Ad di Ca' Form

«Un’altra novità recente è il centro di taglio e confezionamento a Dueville ora entrato a pieno regime» sottolinea l'AD Chiomento. «Il nuovo polo di Dueville fa fronte alla necessità di soddisfare le nuove abitudini del consumatore che apprezza il prodotto genuino, privo di conservanti ma anche pronto da gustare. Se fino al 2015 vendevamo per il 70% forme intere, che poi venivano tagliate nei banchi dei supermercati, oggi la percentuale si è invertita a favore del pre-affettato che da solo ha registrato un + 8% di crescita nel 2021, con forti prospettive di incremento nei prossimi anni. Per questo abbiamo coniato i nostri "Happy cheese" per un pasto o un aperitivo facile da portare in tavola, accattivante, ma allo stesso tempo di alta qualità».

Guardando ai futuri investimenti del Gruppo Ca.Form, Enrico Chiomento prevede un piano da 8 milioni per alzare l'asticella sul fronte sostenibilità con il benessere animale e l'impiego di energia pulita al primo posto. «Quando parliamo di sostenibilità ci riferiamo a tutta la filiera, a partire dalle stalle, in un percorso che coinvolga strettamente i nostri allevatori di fiducia, fino al caseificio senza dimenticare il packaging eco-friendly. Per la sede produttiva di Vedelago stiamo valutando di integrare più soluzioni green tra cui l'impiego di sottoprodotti della lavorazione del latte per ottenere energia, oltre all'uso di pannelli fotovoltaici e approvvigionamento energetico solo da fonti rinnovabili».

«Lavorare sull’efficienza energetica non vuol dire solo occuparsi dell'ambiente, ma significa anche prepararsi ad affrontare quello che ad oggi è il problema più grande del settore lattiero-caseario e non solo – sottolinea ancora l’Ad -: l'aumento vertiginoso dei costi dell’energia. Queste forti oscillazioni dei prezzi saranno sempre più frequenti con ripercussioni pesanti anche sul costo del latte, dato a sua volta dall'aumento del costo di gestione delle stalle e dei prezzi di mais e soia. Lavoreremo con l’obiettivo di creare un “Green Deal” di filiera, che porti benefici alle aziende agricole, all’azienda e i suoi lavoratori, al consumatore e all’ambiente».

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