Brennero, divieti ai tir. Salvini va all’attacco: «Concorrenza sleale, Vienna li tolga»
Vertice al termine della cerimonia tra il vicepremier, il commissario europeo Tzitzikostas e il ministro austriaco Hanke. Servono 25 minuti di percorrenza tra Fortezza e Innsbruck. Oggi sono circa 80 minuti

Il giorno dell’abbattimento dell’ultimo diaframma del cunicolo esplorativo della Galleria di base del Brennero si apre con un tema che resta sospeso come un macigno: i divieti imposti dall’Austria al traffico pesante.
«No al braccio di ferro, noi siamo disponibilissimi a ragionare di tutto un minuto dopo la cancellazione dei divieti, perché è concorrenza sleale», ha scandito il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, ribadendo che se Vienna non farà un passo indietro, sarà la Corte di giustizia europea a intervenire «al massimo nei primi mesi del 2026».

Le restrizioni al transito dei mezzi lungo l’asse del Brennero sono considerate da Roma un ostacolo non solo alla libera circolazione delle merci ma anche alla sostenibilità ambientale, visto che finiscono per incentivare lunghe deviazioni dei tir. «Spero che col nuovo governo austriaco si possa dialogare», ha aggiunto Salvini, «mentre con il precedente era impossibile.
L’incontro del 18 settembre è il primo con il collega Peter Hanke, e gli dirò che se domani cancella i divieti io un minuto dopo sono pronto a ragionare di tutto». Il faccia a faccia si è svolto al Plessi Museum, al Brennero, in un trilaterale che ha visto attorno allo stesso tavolo Salvini, il commissario europeo ai Trasporti Apostolos Tzitzikostas e il ministro austriaco per la Mobilità e le Infrastrutture Hanke. Un’occasione, ha poi sottolineato il Mit, per fare il punto su dossier comuni nel giorno in cui il cantiere sotto le Alpi segna un passo storico.

L’abbattimento del diaframma segna il primo collegamento sotterraneo tra Italia e Austria. Un traguardo che proietta l’opera verso la sua conclusione, prevista per il 2032, quando la galleria lunga 64 chilometri sarà il tunnel ferroviario più esteso al mondo.
«Siamo orgogliosi di contribuire a un progetto che rappresenta la mobilità sostenibile europea», ha dichiarato Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, il gruppo a capo del consorzio che realizza la parte italiana, «Abbiamo scavato sotto le Alpi affrontando condizioni estreme grazie a tecnologie avanzate, garantendo sicurezza e sostenibilità. Il tunnel che oggi unisce Italia e Austria è il simbolo della capacità dell’industria italiana di portare a termine sfide ingegneristiche complesse e di costruire un futuro più green per l’Europa».
Il Veneto guarda già agli effetti della nuova infrastruttura. «Con il completamento della Galleria di base del Brennero Verona consoliderà il proprio ruolo di centro nevralgico della logistica europea», ha osservato Elisa De Berti, vicepresidente della Regione e assessora alle Infrastrutture, ricordando che i treni del corridoio Scandinavo-Mediterraneo non dovranno più affrontare il valico ma viaggeranno su una linea veloce e moderna.
«Significa quadruplicare i binari, aumentare la capacità ferroviaria e offrire un servizio più efficiente», ha spiegato De Berti, richiamando anche i lavori in corso per il nuovo accesso a Verona da nord, destinato a integrare l’Alta velocità nel nodo scaligero e a rafforzare il Quadrante Europa come snodo intermodale.
Sulla stessa linea l’intervento di Cristina Amirante, assessora regionale alle Infrastrutture e Territorio del Friuli Venezia Giulia, presente alla cerimonia a Bolzano: «La Galleria di base del Brennero è un’opera strategica per l’Italia e per l’Europa, un passo decisivo verso una mobilità moderna e sostenibile. L’attuale linea ha una capacità limitata, mentre il nuovo tunnel permetterà di spostare più merci dalla strada alla rotaia, riducendo l’inquinamento e accorciando i tempi di percorrenza».
Il collegamento sotterraneo, ha sottolineato Amirante, avrà anche un forte impatto economico: «L’Italia è una piattaforma logistica naturale, fatta di porti e di un entroterra integrato che sostiene la crescita delle imprese. Il Friuli Venezia Giulia non poteva mancare a questo appuntamento storico, perché il valico di Tarvisio ha un ruolo cruciale nei flussi di merci verso Austria e Germania».—
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