Brand, caffetterie e centri benessere nel piano per il rilancio di Coin

La catena di grandi magazzini ha definito le linee guida del piano che il 16 verrà portato in Tribunale. Lo scopo della procedura di composizione negoziata è avviare il risanamento e individuare un partner
Luca Piana

L’aumento della gamma dei brand che vengono venduti in concessione nei grandi magazzini. L’ottimizzazione degli spazi, destinando una parte delle superfici a nuove attività quali caffetterie, centri benessere, palestre e altri servizi.

L’esercizio delle prelazioni esistenti per l’acquisto di immobili dove oggi Coin è in affitto, per poi rivenderli a un prezzo maggiore, come avvenuto nel 2022 con lo storico store di piazza San Giovanni, a Roma. La valutazione della rete dei negozi, con l’eventuale chiusura di quelli non strategici e un piano di aperture selettive, concentrato soprattutto su Coincasa.

Sono questi alcuni degli interventi del piano industriale che Coin ha predisposto per affrontare le difficoltà finanziarie in cui si trova, in vista dell’udienza che si terrà il 16 per decidere la richiesta di accedere alle tutele nei confronti dei creditori, in modo da poter avviare il processo di risanamento, assicurare la salvaguardia del patrimonio aziendale e individuare possibili partner.

La crisi è iniziata con la chiusura dei negozi durante la pandemia, il successivo aumento dei costi energetici causato dall’invasione russa dell’Ucraina, l’erosione dei margini per effetto dell’inflazione e l’impatto di quest’ultima sui consumi. L’incertezza ha spinto alcuni fornitori a ridurre i quantitativi di merce consegnati e, allo stesso tempo, a chiedere tempi più stretti per i pagamenti, danneggiando sia i volumi delle vendite che i margini.

Queste difficoltà hanno colto Coin in un momento in cui era impegnata in un programma di rinnovamento dei suoi spazi, con la trasformazione in Coin Excelsior dello storico negozio di Verona, a due minuti a piedi dalla casa di Giulietta, l’apertura del nuovo punto vendita di Firenze, proprio dietro agli Uffizi, e quella del nuovo Coin Excelsior di Milano, in piazza Cordusio, che debutterà entro fine anno. Investimenti che non hanno potuto essere fermati, ma che allo stesso tempo hanno assorbito liquidità.

La società non è stata immobile e ha adottato una serie di contromisure, che tuttavia non sono state sufficienti per evitare un peggioramento del rapporto tra indebitamento e flussi di cassa. Se il margine operativo lordo è rimasto sempre positivo, alla fine dell’esercizio 2023 – chiuso a gennaio 2024 – il risultato è finito in rosso, con una perdita di 9,9 milioni, mentre i debiti complessivi – tra banche, fornitori ed erario – sono arrivati a 234 milioni.

In questo quadro ci sono state anche discussioni sul possibile ingresso di un partner, che a quanto risulta aveva già formulato una proposta d’acquisto non vincolante. L’operazione, tuttavia, è finita in stand-by, in attesa di una manovra finanziaria per allentare le tensioni con i fornitori e il sistema bancario. Di qui la decisione di ricorrere alla procedura di composizione negoziata, con la scelta di Kpmg come advisor finanziario e Grimaldi Alliance come advisor legale. Il 25 giugno, poi, la Camera di Commercio di Venezia ha nominato il commercialista milanese Alessandro Solidoro quale esperto indipendente che dovrà supervisionare la procedura, se il Tribunale darà il via libera. 

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