Biotech agricoltura, Ilsa e Gruppo Biolchim diventano americani
Il Gruppo emiliano Biolchim, che dal 2017 detiene il 60% dell’azienda vicentina specializzata in biostimolanti e fertilizzanti organici e organo-minerali, è stato acquisito dalla statunitense J.M. Huber Corporation

Investimento USA nelle biotecnologie di Ilsa. Il Gruppo emiliano Biolchim, che dal 2017 detiene il 60% dell’azienda vicentina specializzata in biostimolanti e fertilizzanti organici e organo-minerali, è stato infatti acquisito dalla statunitense J.M. Huber Corporation.
Con l’operazione formalizzata a inizio novembre 2022 Ilsa entra a far parte di una storica realtà industriale di proprietà famigliare, le cui origini risalgono al 1883 quando Huber fu fondata ad Atlanta, in Georgia, dall'immigrato tedesco Joseph Maria Huber. Il Gruppo americano, che oggi conta più di 4mila dipendenti, un fatturato annuo di oltre 3 miliardi di dollari e ha sedi in tutto il mondo, è attivo nel campo dei prodotti per i settori agricolo, chimico, alimentare e delle bevande, automobilistico, forestale, costruzioni.
Agricoltura sostenibile
E con le biotecnologie sviluppate negli anni da Ilsa a partire dal trattamento degli scarti organici dell’industria conciaria, Huber punta ora a diventare leader nei prodotti speciali per l’agricoltura sostenibile di precisione. Mentre per Ilsa, che attualmente vende i suoi prodotti in 57 paesi, inizia una nuova fase di competizione a livello globale sui mercati internazionali.
«Il nostro obiettivo con l’acquisizione del Gruppo Biolchim è quello di diventare il primo fornitore di prodotti speciali, in particolare biostimolanti, per il settore agricolo a livello globale», ha affermato Daniel Krawczyk, presidente di Huber Engineered Materials, in un incontro con l’intera forza lavoro Ilsa il 4 novembre ad Arzignano, dove l’azienda ha la sede principale e il centro di ricerca.
Paolo Girelli, già presidente e ora general manager di Ilsa, dichiara: «Il fatto che Huber abbia investito direttamente nella nostra azienda è molto importante per lo sviluppo futuro di Ilsa e per il vicentino. La forza del gruppo Huber ci consentirà di potenziare la capacità produttiva e portare prodotti alle aziende agricole di tutto il mondo, favorendo lo sviluppo di una moderna industria agricola compatibile con le esigenze economiche e ambientali degli agricoltori e dei consumatori».
L’attività di ricerca
Nel gruppo Huber per Ilsa si prefigura una maggiore forza commerciale anche in Nord America. E un’accelerazione nella costruzione di nuovi impianti industriali nel mondo, con la valutazione di ulteriori opportunità di crescita in aree come il Medio Oriente e il Brasile. Nel continente sudamericano in particolare Ilsa ha già la sua presenza industriale e il suo mercato internazionale più consolidati.
«Contiamo di potenziare l’attività di ricerca con l’ampliamento dei nostri laboratori, l’assunzione di nuovi ricercatori e la già importante collaborazione con le università venete», aggiunge Girelli. «La competenza del nostro personale, la qualità degli studi realizzati e l’eccellenza tecnologica raggiunta in termini di processi industriali e prodotti, hanno positivamente influenzato la scelta di Huber di investire su di noi». Negli ultimi anni Ilsa ha industrializzato anche prodotti ottenuti da erba medica, semi di soia, pula di riso e tante altre materie prime di origine vegetale, in aggiunta a quelle tradizionali derivanti dalle lavorazioni conciarie. Integrando nei processi produttivi le biotecnologie bianche e l'estrazione supercritica con anidride carbonica, e portando avanti progetti di ricerca con vari atenei, tra cui Padova, Milano, Verona, Bologna, Bolzano, Melbourne, Santiago.
«L’accordo del 2 novembre rappresenta l’apice di un anno impegnativo e straordinario», conclude Girelli. «Nonostante la scarsità di materie prime, gli alti costi energetici e i problemi non trascurabili creati dalla pandemia, l’azienda ha continuato a migliorare la sua redditività. Questo risultato è stato possibile grazie alla diversificazione delle materie prime, allo sviluppo di nuove tecnologie di idrolisi ed estrazione e all’opportunità di aprire nuove aree geografiche. Tutte queste attività sono state portate avanti con un focus concertato sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale».
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