Benetton propone solidarietà al 40%, no dei sindacati

La proposta avanzata da Benetton ai sindacati per i contratti di solidarietà «va considerata come azione a tutela dei posti di lavoro», come precisano fonti dell’azienda, evitando licenziamenti o ammortizzatori sociali più incisivi

Claudio Sforza, amministratore delegato di Benetton Group
Claudio Sforza, amministratore delegato di Benetton Group

Il gruppo Benetton propone l'applicazione dei contratti di solidarietà a tutti i lavoratori, tranne alcuni comparti, fino al 40% per sei mesi prorogabili, ma le organizzazioni sindacali respingono la possibilità di intesa per un «accordo così penalizzante». Lo riferiscono le stesse sigle sindacali dopo un incontro avvenuto nel pomeriggio di ieri con i delegati aziendali e le rappresentanze sindacali interne (Rsu).

L'opposizione, spiegano le categorie tessili di Cgil, Cisl e Uil, deriva dal fatto che «nessun piano industriale è stato presentato». I sindacati chiedono inoltre l'integrazione salariale al 100% per le eventuali giornate di solidarietà. L'azienda ha quindi proposto l'ampliamento della platea di lavoratori che possono accedere a uscite incentivate, estendendola a dipendenti lontani più di 24 mesi dalla data del pensionamento. Nel frattempo gli uffici delle sedi di Ponzano Veneto (Treviso) e Villorba (Treviso) rimarranno chiusi tutti i venerdì dal 12 luglio al 3 agosto.

La proposta di contratti di solidarietà in Benetton Group non coinvolgerebbe i circa 300 addetti alla produzione, su un totale di 1.300 dipendenti. Lo si apprende da fonti sindacali, in relazione ai contenuti del confronto che si è svolto nel pomeriggio di ieri a Ponzano Veneto (Treviso), tra le segreterie di categoria di Cgil, Cisl e Uil, le Rsu e delegati dell'azienda. In merito all'applicazione dell'ammortizzatore sociale, viene sottolineato come il numero di 375 unità soggette alla misura, emerso nella riunione, sia da intendere come «lavoratori tempo pieno equivalenti» da ritenere virtualmente in esubero, applicando una solidarietà al 40% a poco meno di mille figure, cioè l'intero organico meno il pacchetto degli operai. Nel quadro conclusivo, che andrà in ogni caso messo a punto nel nuovo confronto tra le parti fissato per il 15 luglio, va anche considerata una quantità di lavoratori che presumibilmente usciranno volontariamente grazie all'incentivo previsto.

La proposta avanzata da Benetton ai sindacati per i contratti di solidarietà «va considerata come azione a tutela dei posti di lavoro», come precisano fonti dell’azienda, evitando licenziamenti o ammortizzatori sociali più incisivi. Il management appena insediato ha di fronte la sfida del rilancio dell'azienda in considerazione dello stato in cui si trova. La proposta riguarda il 40% della forza lavoro tra gli stabilimenti di Ponzano Veneto e Castrette. Anche a valle del primo incontro con l'ad, i sindacati hanno confermato che i rapporti con l'azienda sono sereni e improntati alla massima collaborazione.

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