Benetton, c’è il sì dei dipendenti. La solidarietà partirà in agosto

Dalle prime assemblee dei lavoratori, svolte ieri negli stabilimenti trevigiani di Benetton Group, arriva una sostanziale approvazione alla proposta dell’ad Claudio Sforza. Il contratto di solidarietà proposto al 20% per sei mesi è infatti la precondizione al piano di rilancio aziendale.
I punti salienti dell’ipotesi di accordo proposto lunedì da Benetton Group ai sindacati prevedono un giorno alla settimana a casa, in alcuni casi due, per 908 impiegati tra gli uffici di Ponzano Veneto e Castrette.
Prevista però un’integrazione salariale al 100% della paga base nel caso di due giorni di solidarietà. È escluso il coinvolgimento per operai e addetti dell’area magazzino e-commerce, centro imballo, capi appesi e piegati, e manutenzione.
«Il piano messo a punto per far fronte alla crisi finanziaria in cui versa il gruppo - spiega Gianni Boato, segretario generale della Femca Cisl Belluno Treviso - respinge ogni ipotesi di licenziamento, ricorrendo all’utilizzo dei contratti di solidarietà e confermando gli incentivi all’esodo già presenti in azienda. La solidarietà richiesta come sacrificio ai lavoratori esclude tutti gli operai. Per quanto riguarda gli impiegati viene chiesta una base pari al 20% delle ore lavorate, che può arrivare fino al 40% per un massimo di 100 lavoratori. Il superamento del 20% dà diritto all’integrazione della retribuzione sindacale nei giorni eccedenti quella percentuale».
Una volta concluse le assemblee dei lavoratori verrà fissato un nuovo incontro con l’ad per mettere a punto tutti i dettagli emersi nelle riunioni, in tempo per l’avvio della solidarietà. L’azienda chiede di partire il 23 agosto, fino al 28 febbraio 2025. Non si esclude che la misura venga riproposta nuovamente il prossimo anno.
«Durante le prime assemblee non abbiamo avuto da parte dei lavoratori pareri negativi, si tratta di un accordo difensivo, non è aggressivo, che difende l’occupazione e il salario - aggiunge Massimo Messina, segretario generale della Filctem Cgil Treviso -. Abbiamo salvaguardato i posti di lavoro e i dipendenti faranno sacrifici per il rilancio dell’azienda. Vogliamo che tutti i lavoratori partecipino al disagio economico in uguale misura e i sindacati vigileranno. Altro aspetto fondamentale dell’accordo, che ha preso l’ad Sforza con i sindacati, sono gli incontri periodici per tenerci informati su quale percorso intende intraprendere per il risanamento della società».
Al contratto di solidarietà si aggiunge un accordo a latere, legato agli incentivi di uscita, differenziati dall’anzianità. Per gli assunti dopo il 2015 è previsto l'incentivo di una mensilità all’anno, minimo di tre, mentre per chi è stato assunto prima è disponibile un anno di stipendio o 50mila euro.
«È un buon risultato, vista la situazione in cui versa Benetton - conclude Rosario Martines, segretario della Uiltec Belluno-Treviso - non si parla più di licenziamenti. Però ora bisogna capire cosa succede con il nuovo piano industriale. Il futuro rimane ancora incerto: gli incentivi all’uscita fino a oggi erano per accompagnare al pensionamento, ora sono aperti a tutti. Quindi potrebbero presupporre degli esuberi, ma attenzione, così rischiamo di perdere professionalità formate in azienda e difficili da trovare sul mercato». —
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