Belluno nell’olimpo del fashion italiano. L’occhialeria vale 3 miliardi di export
La concia soffre ma resta al top, bene oreficeria e calzature

Al primo posto l’occhialeria di Belluno, quindi la concia di Arzignano e poi l’oreficeria di Vicenza. Sono i distretti più rilevanti del Triveneto per quel che riguarda l’export nel settore moda, secondo l’ultima indagine condotta dall’ufficio studi di Intesa Sanpaolo.
Gli analisti dell’istituto di Ca’ de Sass danno un’accezione ampia al concetto di moda, dato che gran parte della produzione di occhiali nel territorio bellunese è relativo a quelli da vista, più vicini al concetto di dispositivi medici.
A livello nazionale, tuttavia, questo distretto è il secondo più importante d’Italia dopo quello toscano della pelletteria e delle calzature. In totale, le aziende di occhialeria presenti a Belluno e dintorni hanno registrato un export di oltre 3 miliardi nei primi nove mesi del 2023, con un progresso annuo di quasi il 13%. Segno che - accanto a brand come Luxottica, Safilo (anche se nel 2023 ha venduto i due siti di Longarone), De Rigo e Marcolin, ai quali si sono aggiunte Thélios e Kering Eyewear - nel tempo si è sviluppo un tessuto di Pmi che ha saputo capitalizzare i vantaggi della complementarietà, puntando su differenti specializzazioni nelle fasi della produzione. Il risultato è la capacità di restare competitive anche in una fase tutt’altro che brillante per la congiuntura, tra rallentamento della crescita e ridefinizione delle catene di fornitura.
La concia di Arzignano si trova, invece, ad affrontare una fase di contrazione (-7,8% tra gennaio e settembre 2023 rispetto al medesimo periodo del 2022), ma resta un cluster importante con vendite all’estero per 1,88 miliardi, che valgono il quinto posto a livello nazionale, nonché il primo per la produzione conciaria, con oltre la metà del totale Italia e un mix tra nomi noti (come Conceria Pasubio, gruppo Dani, Faeda, Mastrotto e Zanellato) e altri meno. Per fare un confronto, la Toscana – seconda in classifica – non arriva al 20%. La produzione in Veneto riguarda soprattutto le pelli bovine e vitelline, destinate soprattutto ai settori dell’arredamento e dell’automotive.
L’oreficeria di Vicenza occupa l’ottavo posto a livello nazionale tra i distretti della moda e nei primi nove mesi del 2023 ha visto crescere l’export nell’ordine del 2,7%, arrivando a quota 1,58 miliardi.
Anche in questo caso, la presenza di differenti specializzazioni, dai monili di alta gioielleria alla semigioielleria, dall’oreficeria fine senza pietre ai semilavorati, è un punto di forza, insieme con la presenza di un esteso tessuto di piccole e medie imprese che in alcuni casi affiancano, in altre competono con i nomi più noti come Fope, Asolo Gold, Better Silver e Karizia.
Il distretto del tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno chiude la top ten italiana con vendite fuori dall’Italia per 1,29 miliardi nei primi tre trimestri del 2023, in sostanziale tenuta rispetto al medesimo periodo del 2022 (-0,5%).
All’undicesimo posto c’è il distretto della calzatura sportiva e dello sportsystem di Montebelluna (1,19 miliardi di export, con un bilancio in calo dell’1,4% rispetto ai primi nove mesi del 2022), al quattordicesimo il tessile e abbigliamento di Treviso (793 milioni di euro, con un +0,4% nel confronto annuo) e subito dopo il distretto della calzatura del Brenta (836 milioni con un +16,1%).
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