BeanTech punta sull’AI. «Rivoluzionerà le imprese»

Sono i dati il punto di forza di BeanTech e il moltiplicatore di un’azienda che ha quintuplicato il numero dei propri collaboratori in nove anni, ed anche il proprio volume d’affari, arrivando a poco meno di 240 addetti e ai 23 milioni di ricavi con cui manda in archivio il 2023. E oggi, pianificando un futuro ancora di crescita, punta con maggiore determinazione sull’intelligenza artificiale generativa, che oggi conosciamo soprattutto grazie a ChatGpt.
Fabiano Benedetti, fondatore di BeanTech e Ceo, sostiene che l’intelligenza artificiale generativa «è un’innovazione dirompente. Posso dire che in 23 anni di attività non mi è mai capitato prima di imbattermi in una tecnologia così potenzialmente dirompente come questa». Un’innovazione destinata, a suo giudizio, ad impattare in modo significativo le aziende «comprese quelle manifatturiere».
L’AI cancella posti di lavoro. È d’accordo?
«L’AI incrementa significativamente la produttività, e sappiamo bene che la scarsa produttività è un gap italiano a cui neanche la nostra regione si sottrae. È questo è l’aspetto innovativo, e positivo, che io vedo».
E che cosa non vede?
«Non vedo ancora le imprese sufficientemente attente a questo aspetto e interessate ad approfondirlo».
Decliniamo: in che modo può aiutare a incrementare la produttività. E voi la utilizzate?
«Noi siamo i primi ad utilizzarla, sperimentiamo sui nostri processi per poter essere in grado di misurare i risultati».
Ad esempio?
«Tutti i nostri sviluppatori hanno a disposizione un assistente virtuale che completa, ad esempio, la parte ripetitiva di un codice. Chiariamo: la velocità dell’AI è imbattibile, ed è un alleato prezioso perché è intelligente, ma non sarà mai del tutto autonomo. Grazie a questo “partner” il recupero di produttività è del 30/40%».
Quindi i primi a recuperare efficienza siete voi.
«Esattamente. Conosce il vecchio adagio che vuole il calzolaio andare in giro con la scarpa rotta? Bene, noi abbiamo invertito la logica: le scarpe del nostro “calzolaio” sono perfette. Vogliamo essere noi i protagonisti della trasformazione perché questo fa sì che risultiamo credibili nei confronti dei nostri clienti. Credo che questa filosofia sia l’elemento alla base della nostra crescita».
Un altro esempio?
«Un chatbot che risponde alle domande evitando la necessità di consultare, ad esempio, il contratto di lavoro per sapere a quante ferie ho diritto o come posso prenotare un auto».
Nel caso di un’azienda metalmeccanica, come si potrebbe applicare?
«Un esempio potrebbe essere l’assistente virtuale all’impianto o al macchinario in grado di consultare i manuali, magari in lingua inglese, e fornire indicazioni in italiano o in rumeno, se l’operatore ha il rumeno come madre lingua. E tutto ovviamente in tempi strettissimi. Questo consente di ridurre i tempi di intervento, aumentare la produttività e quindi la produzione, migliorando la qualità».
Limiti di applicazione?
«Direi proprio di no, e noi che viviamo nella Manufacturing Valley vediamo il grande vantaggio, e il valore, dell’AI nelle fabbriche».
Tornando a BeanTech, il settore di riferimento è molto coinvolto in operazioni di concentrazione. È un tema che vi riguarda da vicino?
«Non è un’opzione per l’immediato, vedremo. Ci devono essere le giuste condizioni».
Quali sono le strategie?
«Puntiamo molto sui servizi. Oggi l’informatica è viva ed è necessario avere un partner affidabile. Non basta vendere un prodotto, è necessario assicurare al cliente che il sistema che ha scelto non si fermi mai».
Infine?
«Da tempo abbiamo iniziato un percorso Esg, siamo un’azienda che si adopera per far crescere il territorio in cui è presente. Il 2024 sarà l’anno delle certificazioni».
Difficoltà nel reperire personale qualificato?
«I rapporti che abbiamo instaurato con le università di Udine e Trieste e gli Its devo dire che ci hanno avvantaggiati in questi anni, insieme all’ambiente di lavoro, alle opportunità di crescita professionale e di formazione continua che offriamo».
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