Pinot grigio meno alcolico e ottime prospettive per Prosecco e Sauvignon

Le previsioni di Assoenologi Fvg che domani sera illustrerà le tendenze della vendemmia 2025. Il presidente Matteo Lovo: consumi in calo in Italia e all’estero, reggono le vendite nella Gdo

Maurizio Cescon

​​​​Pinot grigio con meno alcol, assecondando così le tendenze dei consumi. Ottime prospettive per il Prosecco e per i bianchi aromatici come Sauvignon e Friulano sul Collio e sui Colli orientali e la Malvasia sul Carso. Continuità della raccolta, senza pause prima del momento dedicato ai rossi, da settembre. Quantitativi che si aggireranno attorno a 1,8 milioni di ettolitri, leggermente inferiori o in linea con la media storica, ma sicuramente superiori rispetto alle ultime due annate scarse. La preoccupazione per l’andamento dei consumi di vino, in calo tranne che nella grande distribuzione, e per le ripercussioni dei dazi americani sull’estero.

Si stanno delineando più nettamente i contorni della vendemmia 2025, che sta partendo in questi giorni con il Pinot grigio e le basi spumante. Di tutto ciò se ne parlerà nel consueto appuntamento prevendemmiale di Assoenologi Friuli Venezia Giulia convocato dal presidente Matteo Lovo, che si terrà domani pomeriggio nella sala convegni del Consorzio agrario di Basiliano. Un centinaio i presenti, tra enologi, operatori, imprenditori, presidenti di Consorzi e professori universitari.

Matteo Lovo, presidente di Assoenologi Friuli Venezia Giulia
Matteo Lovo, presidente di Assoenologi Friuli Venezia Giulia

Il taglio della gradazione

Il ministero delle Politiche agricole ha approvato, in seguito alla richiesta dei Consorzi Doc Friuli e delle Venezie, la riduzione di mezzo grado della soglia minima di alcol per il Pinot grigio e per gli altri vini della Denominazione, se dovesse esserci la necessità. Per il Pinot grigio, vero e proprio campione di vendite negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Germania, il grado minimo di alcol passerà dunque da 10 a 9,5 gradi, consentendo l’imbottigliamento di un vino ancora più leggero, venendo incontro all’onda lunga dei nuovi consumatori, in particolare dei giovani.

Le prospettive per il vigneto Fvg

«Dal punto di vista fito sanitario è una delle annate più belle dell’ultimo decennio - osserva il presidente degli enologi regionali Matteo Lovo - . C’è stata acqua a sufficienza e cadenzata nel tempo. Il fresco di luglio ha consentito escursioni termiche importanti. La collina presenta uve sane e un livello di maturazione eccezionale. Il Prosecco nelle Grave è molto ben messo, ha una componente aromatica ottima e acidità buona, anche se per la raccolta dovremo aspettare il 7, 10 settembre.

Per il Collio e il Carso, inseriti nella macroarea della collina, l’annata si prospetta molto positiva. I vini che potrebbero dare maggiori soddisfazioni sono Friulano e Sauvignon per il Collio, Malvasia per il Carso. Tra i rossi Cabarnet e Refosco sono in perfetta maturazione, sarà una vendemmia molto serrata, i rossi sono anticipati, saranno portati in cantina prima del previsto.

La produzione complessiva sarà di circa 1,8 milioni di ettolitri, quasi in linea con la media storica, ma superiore del 10, forse 15% rispetto al 2023 dove si totalizzò 1,5 milioni di ettolitri e al 2024 che si fermò a 1,65 milioni di ettolitri. In Friuli Venezia Giulia la superficie vitata è aumentata ancora, in controtendenza rispetto ad altre regioni italiane o a tanti territori europei. Il problema è governare il limite come dice Angelo Gaja, dovremmo cominciare a farlo anche qua da noi».

Il calo di consumi

Nella prevendemmiale si analizzerà quest’anno l’andamento dei mercati, tema molto sensibile. «Negli anni post Covid - aggiunge Lovo - ci sono stati momenti di grandissimo entusiasmo, poi la situazione è mutata. I consumi sono calati, la tendenza non accenna a fermarsi. Il futuro sarà sempre più di quei territori di eccellenza, il Friuli Venezia Giulia può giocarsi le sue carte.

In Italia il calo è sensibile, alcune cantine sono in flessione del 10, 15%, ha pesato molto la modifica del codice della strada, c’è una psicosi del bere fuori casa, ristoranti e wine bar sono stati penalizzati. Chi continua a lavorare bene sono la Gdo e le enoteche sotto casa, anche se notiamo che si sta abbassando il potere d’acquisto della gente.

In enoteca il cliente è disposto al massimo a spendere 15 euro, in Gdo pochi possono permettersi bottiglie sopra 10 euro. I dazi? Bisogna capire qual è il valore aggiunto che facciamo con i vini friulani in Usa. Il 15% di tariffa ci consente ancora di stare su quel mercato?».

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