Asem raddoppia lo stabilimento e punta a crescere negli Usa

L’azienda friulana, di proprietà dell’americana Rockwell, sfida i colossi mondiali delle schede elettroniche. L’Ad Nicoloso: «Continuiamo ad investire per essere ancora più veloci, autonomi e competitivi»

Maura Delle Case
La sede di Asem ad Artegna (Udine)
La sede di Asem ad Artegna (Udine)

Inizieranno in ottobre i lavori di ampliamento dello stabilimento di Asem ad Artegna (Udine). L’azienda produttrice di schede elettroniche, proprietà del colosso americano Rockwell dall’aprile del 2020, non frena sugli investimenti in programma nonostante le difficoltà della congiuntura, su tutte quelle legate al reperimento dei componenti.

L’intervento principe vale poco meno di 2 milioni di euro e porterà, nell’arco di 12 mesi, a un ampliamento di 3.000 metri quadrati dell’attuale superficie coperta, pari a circa 5.500 mq. «L’obiettivo è garantirci lo spazio necessario a riunire in un’unica sede il magazzino e a ospitare anche nuove aree per la produzione e l’assemblaggio - fa sapere l’amministratore delegato di Asem, Greg Nicoloso -. Parallelamente, gli spazi che si libereranno per effetto della centralizzazione del magazzino saranno destinati all’ufficio tecnico, ai laboratori e all’area di ricerca e sviluppo, ambiti ai quali abbiamo dedicato un importante investimento, del valore di circa un milione di euro».

L’azienda ha infatti acquistato una camera anenoica, per poter gestire in house l’iter delle certificazioni, fin qui appaltato esternamente. «Poter effettuare le prove in casa ci consentirà di essere ancor più veloci e autonomi, così da garantire al mercato tempi di consegna dei prodotti il più brevi possibile». Un vantaggio competitivo non indifferente considerato che la difficoltà di reperimento dei componenti ha causato un allungamento esponenziale delle lead time.

Ricorda Nicoloso: «Se un anno fa dall’ordine all’evasione passavano in media 10 giorni, ora siamo sulle 16 settimane, comunque competitivi rispetto ai tempi della concorrenza, che si muove tra le 20 e le 50 settimane. I nostri competitor sono colossi e sono molto più ingessati di noi, che per dimensione riusciamo a essere più flessibili e che ci gioviamo della leva sul mondo Rockwell».

Nonostante il tema caldo della supply chain, che impatta tanto sulla gestione dei conti che sul business, Asem si prepara a chiudere un anno (il 30 settembre) in forte crescita con 60 milioni di ricavi (+20% sul 2021), che sarebbero stati 110 considerando il portafoglio ordini (lievitato dell’85% rispetto all’anno scorso), e circa il 10% di utile netto sul fatturato.

«Il vero tema per noi oggi è la reperibilità dei componenti. Per far fronte al momento abbiamo quasi raddoppiato il magazzino, così da poter avere in casa tutto quel che ci serve, diciamo che abbiamo il 98% del necessario, ma restiamo bloccati per la mancanza del 2%. Risultato: il magazzino lievita, fortunatamente l’azienda è finanziariamente solida e se lo può permettere».

Nell’anno contabile prossimo alla conclusione, Asem ha visto crescere la quota export e in particolare quella sul mercato Usa che nel 2021 era pari a 0, nel 2022 si è attestata al 6% e nell’anno a venire - prevede l’Ad - dovrebbe generare il 20% del fatturato e portare la quota delle esportazioni, insieme agli altri mercati e con il decisivo contributo di Rockwell, intorno al 45%.

L’accelerazione farà leva sull’aumento della capacità produttiva di Asem, legata all’ampliamento, ma anche all’aumento dell’occupazione, che procede senza soluzione di continuità. «Quest’anno abbiamo assunto 25 persone arrivando a occuparne, nelle nostre 4 sedi (tra Artegna, Verona, Giussano e Bologna) complessivamente 260. Altre 30, forse anche 40 - annuncia il manager, chiamato da Rockwell alla guida di Asem nel marzo del 2021 - abbiamo in programma di assumerle nel corso del prossimo esercizio. Di queste, tre saranno figure tecniche da impiegare all’interno della nuova camera anenoica, che richiede competenze specifiche, oggi patrimonio di uno solo dei nostri dipendenti, che in breve sarà dunque affiancato, anche in ragione delle dimensioni e dei volumi di lavoro che prevediamo per la nuova struttura».

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