Arrital, obiettivo 70 milioni: «Investiamo per crescere»

Macchinari 4.0, impianti, personale e sostenibilità «che è fattore competitivo».

Parte del Gruppo WeDo, l’azienda di cucine studia l’impiego di nuovi materiali

Elena Del Giudice
Silvia Quaglia, presidente del Cda
Silvia Quaglia, presidente del Cda

PORDENONE. Un balzo dei ricavi del 36%, dai 47 milioni di euro del 2020 ai 64 milioni del 2021. Sono i conti di Arrital, azienda di Fontanafredda specializzata nella produzione di cucine e parte del gruppo WeDo. Una crescita «che vediamo confermarsi in questi primi mesi del ’22 - spiega Silvia Quaglia, presidente del Cda - e che ci fa stimare di arrivare a fine anno con un fatturato tra i 68/70 milioni di euro», e che vede «investimenti sia in impianti che in personale che, e soprattutto, in sostenibilità».

I rincari su energia e materie prime non pesano?

«Subiamo la corsa dei prezzi che lo scorso anno hanno registrato una media del +13%, con picchi anche di +20% per alcuni materiali. Siamo riusciti, grazie ad un buon magazzino e ad attente politiche sulle scorte, a contenere in parte gli aumenti. Sul fronte energia abbiamo investito in passato sul fotovoltaico, una scelta che si è rivelata strategica».

Si avvicina il Salone del Mobile. Ci sarete?

«Abbiamo confermato la partecipazione nonostante i dubbi sulla presenza di buyer dall’estero, legata all’incertezza della pandemia. In futuro, non so...».

Scelte diverse?

«Ci prepariamo a realizzare un investimento in uno nuovo show room a Milano, puntando quindi a rafforzare la nostra presenza in quella città».

Il mobile arredo sta imboccando con decisione la via di una maggiore sostenibilità: meno colle, attenzione ai materiali, maggiore durata. Arrital come si muove?

«Procedendo per step. Stiamo portando avanti un’analisi puntuale sull’impatto ambientale del nostro prodotto e definendo obiettivi di breve, medio e lungo termine. Lo sta facendo Arrital e lo sta facendo anche il Gruppo. Nel breve puntiamo a migliorare tutto ciò che è migliorabile, pannelli certificati, colle, vernici, ed è un programma che portiamo avanti con i fornitori con i quali condividere gli obiettivi di sostenibilità. All’esame c’è anche l’ipotesi di impiego di nuovi materiali, magari ricorrendo alla plastica completamente riciclata, e immaginiamo di poter essere vicini anche al fine-vita della cucina, occupandoci dello smontaggio e del riciclo di ogni pezzo. Sono idee che porteremo avanti anche insieme ai nostri clienti retail con l’obiettivo di essere vicini al consumatore finale».

La sfida ambientale è dunque importante. Sostenuta da investimenti?

«La sfidalo è anche e soprattutto per il manifatturiero. Abbiamo obiettivi ambiziosi e abbiamo anche ben chiaro che la sostenibilità, per essere tale, dev’essere a 360 gradi e concreta e richiede investimenti. Ne abbiamo fatti molti nel sistema produttivo, dopo gli impianti 4.0 stiamo esaminando i prossimi macchinari per il settore imballaggio, anche qui cercando quelli che ci garantiranno risultati migliori sul fronte sostenibilità».

E veniamo alle risorse umane, sempre più rare, e anche attente ad elementi diversi, rispetto al passato: la qualità di vita pare valere più dello stipendio....

«Tenere questo ritmo di crescita non è facile, e farlo gestendo, ad esempio, le assenze per le quarantene, lo è ancora di più. Stiamo riorganizzando alcune funzioni, facciamo crescere le persone all’interno e cerchiamo nuovo personale. Abbiamo un piano welfare, che è apprezzato, e cerchiamo di premiare i nostri collaboratori».

Uno sguardo al Gruppo: pensate alla quotazione?

«Anche il Gruppo sta correndo molto accelerando il proprio percorso di crescita con l’ambizione di diventare leader nell’arredo e nel design in Italia. E la nostra è stata sia una crescita organica che per linee esterne, e non escludo che non poteremo a termine nuove acquisizioni. Ovviamente queste fasi richiedono anche processi di integrazione e consolidamento. Una volta raggiunti gli obiettivi dati, vedremo come evolvere».

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