Acciaio più green per Pittini: produce energia dall’acqua

L’obiettivo della sperimentazione, dopo l’installazione dei pannelli fotovoltaici, è di rendere lo stabilimento autonomo riducendo le emissioni di Co2
Maura Delle Case

Prosegue l’impegno del gruppo Pittini per la produzione di energia sostenibile. Dopo aver tappezzato parte dei tetti degli stabilimenti di Osoppo con pannelli fotovoltaici e avervi realizzato un sistema di teleriscaldamento come pure alle Acciaierie di Verona, ora il gruppo osovano dell’acciaio ha avviato una sperimentazione per recuperare il calore disperso dagli impianti a seguito dei processi di fusione e trasformarlo in energia elettrica senza emissioni di Co2.

Un nuovo passo nel segno di un acciaio sempre più green. ?La sperimentazione sta interessando l’acciaieria di Osoppo, nell’ambito del progetto europeo di ricerca InTEGrated, avviato nel 2020, al quale il gruppo Pittini ha aderito con convinzione. I ricercatori coinvolti hanno realizzato un prototipo industriale di moduli Teg, generatori termoelettrici in grado di produrre energia a partire dall’acqua di raffreddamento del forno a arco elettrico.

«Attualmente - fa sapere l’azienda - stiamo testando nell’acciaieria di Osoppo il nuovo modello di Teg che funziona mettendo in relazione il calore delle acque di raffreddamento degli impianti di acciaieria (70 – 90°C) e il freddo delle acque da pozzo: il divario di temperatura è tale da generare un voltaggio sufficiente ad alimentare i circuiti elettronici».

L’obiettivo della sperimentazione è rendere lo stabilimento produttivo sempre più autonomo dal punto di vista energetico, diminuendo così la dipendenza da fornitori esterni e parallelamente le emissioni di Co2. Un obiettivo che il gruppo Pittini sta perseguendo anche attraverso altre iniziative.

A Osoppo, nel 2023, sono proseguiti infatti gli investimenti sul fotovoltaico che hanno interessato in particolare le coperture del magazzino dedicato allo stoccaggio di tondo in rotoli Jumbo® nonché il revamping dei pannelli già presenti nella zona adiacente alla portineria. A valle di questi investimenti, la potenza installata consentirà una produzione prevista di oltre 3 GWh l’anno.

L’impegno del colosso friulano dell’acciaio per la riduzione dei consumi energetici e per una sempre maggiore quota di utilizzo di energie rinnovabili risale indietro nel tempo fino al 2010 quando prende il via sotto il cappello del progetto Zero Waste Energy, avviato a partire dal censimento di tutte le fonti e i consumi energetici delle aziende del gruppo. Consumi costituiti dall’energia elettrica assorbita dai forni nelle acciaierie e dal gas naturale nei forni di preriscaldo dei laminatoi.

Nell’ambito di questo progetto, oltre ad avviare l’installazione dei pannelli fotovoltaici a Osoppo, il gruppo ha realizzato a Verona un impianto di teleriscaldamento, grazie a un accordo con Agsm, che nel 2020 - lo certifica il bilancio di Sostenibilità del player siderurgico friulano - ha prodotto energia per 52.692 GJ consegnando alla città energia sufficiente a riscaldare più di 1000 abitazioni.

Iniziativa, quella veronese, che era già stata realizzata a Osoppo nel 2014, benché in dimensioni ridotte: la rete di teleriscaldamento in Friuli garantisce infatti calore a officine, mense, spogliatoi, uffici del laminatoio, acciaieria e palazzina direzionale, il tutto senza alcuna combustione di gas naturale, evitando pesanti emissioni di anidride carbonica in atmosfera.

Riproduzione riservata © il Nord Est