A Venezia Renzo Rosso apre quattro boutique: «Un gesto per la città»
A San Marco arrivano Diesel, Jil Sander, Maison Margiela e Marni. Il bilancio di Otb viaggia verso gli 1,8 miliardi di euro di ricavi nel 2024

A Venezia ha riaperto quattro boutique, ha negozi con tutti i brand principali del gruppo, e intanto ragiona su nuove acquisizioni.
«Ma solo se entrano nel nostro Dna». Renzo Rosso, patron del gruppo Otb, parla come cammina: diretto, veloce, talvolta scanzonato. A tratti tenero, specie quando si accenna alla sua terra.
«Sì, sono padovano. Però a vent’anni sono andato a Bassano. E vivo là». Ma è a Venezia che torna ogni weekend. E da veneziano d’adozione ha voluto investire ancora.
Dopo la ristrutturazione del Ponte di Rialto finanziata da Rosso con 5 milioni di euro questa volta l’intervento ha riguardato l’ala Napoleonica di piazza San Marco.
«Abbiamo messo insieme sei proprietà per fare quattro negozi. Un’operazione complessa, con trattative col Demanio. Abbiamo dovuto comprare le mura. E poi ottenere la licenza per vendere i nostri prodotti non è stato facile: c’erano negozi che vendevano cristalli, noi abbiamo qualificato l’offerta, con i nostri prodotti».
Nomi? «Margiela, Marni, Jil Sander e Diesel. Diesel. In Marni, per ora, ci sono solo gli accessori: lo spazio mi piacerebbe allargarlo. Su quest’area possiamo crescere ancora».
Il bilancio di Otb viaggia verso gli 1,8 miliardi di euro di ricavi nel 2024 e quest’anno Rosso punta a mantenere quel livello.
«Sarebbe già un risultato. Oggi il mercato è durissimo. Il 95% dei brand va in negativo. Noi almeno siamo a pari, ma per arrivarci non è stato facile. Manca traffico nei negozi, la situazione politica destabilizza: guerre, tensioni, dichiarazioni. La gente è stanca, cerca serenità. Spende in ristoranti, hotel, vacanze. Meno in vestiti. Va forte tutto ciò che è benessere: palestra, estetica, beauty, health».
La ripresa? «Non prima del secondo semestre del 2026. Sembrava che le guerre si sarebbero risolte subito, invece nulla. Anzi, ce ne sono di nuove. È tutto instabile». E il fronte americano? «Con la questione dei dazi, si capisce poco. Si è partiti molto forte, ma adesso anche il presidente Donald Trump sta capendo che bisogna trovare compromessi. Questi dazi rischiano di danneggiare l’economia americana». Otb, intanto, resta «l’unico vero conglomerato italiano del lusso, perché siamo strutturati. Altre aziende hanno fatto acquisizioni, ma non si sono organizzate come gruppo. Noi sì. In holding gestiamo tutto in sinergia».
Le operazioni straordinarie dopo il tentativo su Versace restano in agenda. «Sulla scrivania c’è tanto. Ma bisogna essere selettivi. Tante aziende hanno bisogno di tecnologia, finanziamenti, retail. Ma serve anche il Dna. Noi abbiamo brand unici, belli, riconoscibili. Non facciamo tutto di tutto, non perdiamo l’identità. Se qualcuno entra, dev’essere creativo come noi».
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