Il genio di Este Giulio Deangeli, le cinque lauree, i 100 Numeri Uno di Forbes e Cambridge: “Voglio aiutare i giovani italiani a scegliere cosa studiare”

“Nella ricerca è dura fare progetti su dove vivere, perché quello dello scienziato è un mestiere che è intrinsecamente internazionale, per cui si deve andare dove ci sono gli strumenti per poter effettuare gli esperimenti che si hanno in mente. È impossibile quindi pianificare dal punto di vista geografico, ma il mio legame con l’Italia continua a essere molto profondo” dice il giovane venticinquenne

Chiara Merico
fbt
fbt

PADOVA. Cinque lauree in sei anni, conseguite tra il 2014 il 2020 tra l’università di Pisa e la Scuola superiore Sant’Anna: un percorso accademico eccezionale che è valso a Giulio Deangeli, venticinquenne di Este, nel padovano, l’inserimento nei 100 Number One di Forbes Italia. Il giovane, che da sempre desiderava fare il ricercatore, ha ora realizzato il suo sogno e frequenta un dottorato di ricerca in Neuroscienze cliniche all’università di Cambridge.

“Fin da bambino sono sempre stato attratto dalla scienza e dalla medicina, poi ho capito che si poteva studiare non solo per applicarla in senso pratico, facendo il medico, ma per fare ricerca, un’attività creativa attraverso la quale lasciare il segno”, spiega Deangeli a Nordesteconomia.

La sua passione ha iniziato a prendere forma durante gli anni del liceo. “Ho partecipato alle Olimpiadi delle neuroscienze, classificandomi al primo posto al concorso nazionale e rappresentando così l’Italia ai mondiali del 2013, ai quali mi sono piazzato al secondo posto. Questa esperienza è stata estremamente formativa, e ha guidato dal punto di vista metodologico il mio percorso di studi successivo”.

L’anno seguente, nel 2014, il giovane padovano sostiene il test di ammissione alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, “la ‘culla’ dei medici ricercatori, perché io ho sempre desiderato fare non il medico clinico, ma appunto il ricercatore”, rimarca De Angeli.

fbt
fbt

Anche qui il successo è immediato: “Mi ritrovai al primo posto trai 10 ragazzi selezionati alla Sant’Anna: in questa scuola già dal primo semestre si fa ricerca al Cnr e poi anche all’estero”. A questo punto, spiega il venticinquenne, “bisognava capire come formare il resto delle mie competenze per poter fare ricerca ad alto livello. In questo è stato fondamentale il mio tutor, il professor Fabio Recchia, che insegna alla Sant’Anna e anche a Philadelphia, che mi ha fatto capire che per fare ricerca non è sufficiente la medicina ma bisogna parlare tante lingue, quella del medico, dell’ingegnere e del fisico”.

Nella pratica, la strada era quella di “seguire i due corsi di laurea in parallelo. C’era già un precedente, quello di Carlo Maria Rosati che a Pisa aveva studiato medicina in parallelo a ingegneria: ispirandomi a lui iniziai a dare gli esami di Ingegneria mentre frequentavo il terzo anno di Medicina. Tutto è andato subito per il meglio, sono riuscito a mantenere anche la media del 30 e così, alla fine del terzo anno, ho introdotto anche Biotecnologie, materia in cui ho conseguito anche la laurea magistrale”, racconta Deangeli.

“Alla fine dei sei anni previsti per il corso di studi in Medicina ho concluso così il mio percorso con due lauree in Biotecnologie, una in Ingegneria più la scuola Sant’Anna, discutendo così cinque tesi in quattro mesi”. Nel dettaglio, si tratta di una laurea triennale in Biotecnologie, una triennale in Ingegneria biomedica, una laurea magistrale in Medicina e chirurgia, una magistrale in Biotecnologie molecolari e un diploma magistrale in Scienze mediche alla Scuola Sant'Anna.

Al momento Giulio Deangeli si trova a Cambridge, dove sta seguendo il dottorato di ricerca in Neuroscienze cliniche grazie anche al supporto di cinque borse di studio. Tuttavia, il giovane padovano non ha rescisso i legami con la sua terra d’origine.

“Sono sempre rimasto legatissimo al mio territorio, dove ho portato avanti e continuo a seguire progetti di volontariato. Il più degno di nota è Choice for Life, un progetto indipendente che ho organizzato, con il supporto di una ventina di istituzioni, con un focus speciale sull’orientamento”, racconta.

“Si tratta di un’iniziativa completamente gratuita, che verrà di certo replicata anche il prossimo anno: il nostro obiettivo è comunicare ai giovani che si affacciano all’università tutte quelle informazioni che spesso non vengono trasmesse, gli aspetti pratici, i dettagli su come funziona l’università. Facciamo ad esempio anche simulazioni dei test d’ingresso universitari per i ragazzi che hanno difficoltà a orientarsi: i nostri sono consigli da fratelli maggiori”.

Nel futuro di Giulio Deangeli c’è anche l’Italia? “Assolutamente sì, in realtà non me ne sono mai andato: sto continuando a mantenere diverse collaborazioni con l’Italia, rapporti sia scientifici – collaboro con diversi laboratori in Italia per fare esperimenti – sia di altro genere. Sto proseguendo in particolare il mio impegno sociale, con progetti come A Choice for life”.

Poi, aggiunge, “nella ricerca è dura fare progetti su dove vivere, perché quello dello scienziato è un mestiere che è intrinsecamente internazionale, per cui si deve andare dove ci sono gli strumenti per poter effettuare gli esperimenti che si hanno in mente. È impossibile quindi pianificare dal punto di vista geografico, ma il mio legame con l’Italia continua a essere molto profondo”.

Riproduzione riservata © il Nord Est