Il Friuli sforna i primi super tecnici ma Confindustria lancia l'allarme: le imprese non trovano i profili giusti

UDINE. «Gli iscritti agli Istituti tecnici superiori in Italia sono 18.000, contro i quasi 900.000 tedeschi e i 525.000 in Francia: con questi numeri l'Italia non può pensare di poter affrontare la sfida competitiva dei prossimi anni. Le nostre aziende non riescono a trovare le risorse umane di cui hanno bisogno».
Lo ha detto mercoledì 17 luglio, a Udine, la presidente della Confindustria friulana, Anna Mareschi Danieli, alla presentazione dei risultati del Mits, Istituto tecnico superiore nuove tecnologie, con sede nel capoluogo friulano.
«I risultati sono molto positivi e testimoniano che la strada intrapresa è quella giusta - ha sottolineato - anche se siamo ancora lontani rispetto agli standard degli altri Paesi europei e rispetto alle esigenze manifestate dalle nostre imprese».
Gli Its funzionano bene, ha aggiunto la presidente, «ma sono ancora una realtà di nicchia. Per questo chiediamo che i due canali di formazione post diploma, accademico e professionalizzante, abbiano pari dignità e risorse proporzionate anche in Italia».
Riferendosi alle istituzioni, Mareschi Danieli ha aggiunto: «Hanno perpetrato il disinvestimento su infanzia, famiglia e istruzione con l'aggravante che soltanto chi ha più mezzi può assicurarsi percorsi formativi migliori e adeguati, un welfare decente per badare alla famiglia, mentre tutti gli altri, pur pagando le tasse e alimentando un sistema costosissimo, ne hanno in cambio ben poco».
Tra i problemi segnalati dalla presidente di Confindustria Udine, «il cronico disallineamento tra i profili formati e quelli richiesti dalle imprese», che unito «alla denatalità», rappresenterà «ancora di più un problema molto serio per la competitività del nostro sistema produttivo».
Alle istituzioni e alla politica, dunque, la presidente di Confindustria Udine ha chiesto di «colmare il divario tra profili formati dalla scuola e richiesti dal mondo del lavoro, riqualificare le risorse umane già disponibili, insieme a politiche di sostegno alla famiglia e alla natalità».
I supertecnici del Malignani. Anche nel 2019 il Mits, Malignani Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie di Udine, si conferma ai vertici nazionali in tema di impiego post diploma. Dopo 2 anni di corso il 76% dei 72 diplomati 2019 ha già un lavoro che li aspetta. A fronte di una valutazione media complessiva superiore a 90/100, più del 12% ha ottenuto il massimo dei voti, mentre il 64% ha ottenuto un voto pari o superiore a 90/100.
È quanto emerge dai dati diffusi dall'Istituto tecnico superiore oggi, mercoledì 17 luglio, nella sede di Confindustria di Udine, alla presenza della presidente Anna Mareschi Danieli. Gianfranco Marconi, direttore del Centro Ricerche Danieli, ha sottolineato che «i contratti di apprendistato per l'alta formazione e ricerca hanno coinvolto più del 60% dei frequentanti e nel 100% dei casi ha avuto come esito la prosecuzione del rapporto di lavoro».
La dirigente scolastica del Mits Ester Iannis ha segnalato che «la didattica dei corsi si caratterizza per un approccio operativo e laboratoriale». Soddisfatti «di un percorso che rappresenta un ottimo compromesso tra la formazione universitaria e l'inserimento nel mondo del lavoro» si sono detti alcuni dei giovani usciti dal Mits con il massimo dei voti. Ai benefici messi a bando dall'Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori (Ardiss), si aggiungono 3 borse di studio messe a disposizione dal presidente della Fondazione Mits e Ceo di Danieli & C. Officine Meccaniche, Gianpietro Benedetti, e i prestiti d'onore disponibili grazie a una convenzione stipulata con una banca regionale.
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