Il Mit valuta i commissariamenti dopo lo stallo sui presidenti dei porti

Salvini e Rixi cercano una soluzione ponte per evitare che le nomine restino impantanate dalle trattative

Diego D'Amelio
Una veduta del porto di Trieste (Silvano)
Una veduta del porto di Trieste (Silvano)

L’ipotesi diventa un piano d’azione vero e proprio: superare lo stallo delle nomine dei presidenti dei porti e designare commissari gli attuali candidati, mettendoli nelle condizioni di guidare le Autorità portuali per le quali sono stati indicati.

Si eviterebbe così di dover aspettare che le commissioni parlamentari escano dal pantano delle contrattazioni politiche, che potrebbero ritardare il voto sui presidenti almeno fino alla metà di luglio e forse anche a dopo l’estate.

Al ministero delle Infrastrutture e Trasporti si consolida l’idea di forzare la mano: opzione che non dispiace alla struttura tecnica di via Caraci e pure ai vertici leghisti del Mit, perché il ministro Matteo Salvini e il suo vice Edoardo Rixi lancerebbero così un messaggio chiaro a Fratelli d’Italia, dopo che i meloniani hanno deciso di fermare il percorso in attesa di trattare sugli ultimi scali che scadranno da qui a metà luglio.

Come anticipato dal Piccolo, Rixi aveva già accennato a questa possibilità in incontri riservati con alcuni operatori. E un messaggio obliquo lo manda pure Donato Liguori, direttore generale del ministero con delega ai porti, che dalla Transport Logistic di Monaco dichiara che «bisogna andare avanti», spiegando che «le Camere stanno svolgendo democraticamente il loro confronto e sarei irrispettoso se mi esprimessi sui tempi. Tuttavia, pensiamo alla situazione degli attuali commissari e presidenti che continuano a lavorare, non solo sapendo di essere arrivati alla fine, ma avendo già il designato alla porta».

Parole pronunciate da un alto funzionario pubblico, a disagio rispetto alla volontà politica di tenere in ostaggio i porti fino a che anche l’ultimo molo si vedrà assegnare nome, cognome e simbolo di partito dalle trattative nel centrodestra.

Il Mit ha davanti a sé due ipotesi. Da una parte, la nomina pura e semplice dei presidenti, che possono essere incaricati anche senza il voto consultivo delle commissioni, una volta trascorso un mese dall’intesa fra Governo e Regione. Dall’altra, c’è l’opzione più morbida, che è quella del commissariamento: soft per modo di dire, perché rappresenterebbe comunque un elemento di pressione sulla trattativa in corso tra FdI e Lega. È su questa seconda opzione che si sarebbero attestati Salvini e Rixi, come risulta al Piccolo da fonti ministeriali, secondo cui il passo potrebbe essere compiuto a giorni, se non a ore. Sempre che un nuovo battibecco in maggioranza non stoppi l’iniziativa cui si sta preparando il Mit.

In questo modo diventerebbero commissari i presidenti fin qui sentiti dalle commissioni di Camera e Senato, che hanno tuttavia rinviato sine die le votazioni.

La mossa è peraltro stata già compiuta per Francesco Rizzo, nominato in tutta fretta commissario a Messina per consentire al precedente commissario, l’ammiraglio Antonio Ranieri, di passare alla guida della Capitaneria del porto di Genova.

La lista si allungherebbe ora con Matteo Paroli a Genova (al posto dell’ammiraglio Massimo Seno), Antonio Gurrieri a Trieste (in sostituzione di Vittorio Torbianelli), Francesco Benevolo a Ravenna (al posto di Daniele Rossi), Davide Gariglio a Livorno (al posto di Luciano Gurrieri), Francesco Mastro a Bari (al posto dell’ammiraglio Vincenzo Leone).

La scelta riguarderebbe anche Giovanni Gullotti (quello della patente nautica come prova di competenza) che sostituirebbe Sergio Prete a Taranto.

Gli interessati entrerebbero come commissari al posto dei commissari attuali ed entro qualche mese diventerebbero presidenti, una volta concluso l’iter parlamentare.

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