Il declino di Villa Franchetti Imu non pagata per 51 mila euro

Cartella esattoriale del Comune di Preganziol alla Provincia: tre anni di ammanchi Sant’Artemio fa ricorso. Intanto l’immobile resta senza inquilini e progetto di rilancio
ZAGO AG.FOTOFILM PREGANZIOL VILLA FRANCHETTI
ZAGO AG.FOTOFILM PREGANZIOL VILLA FRANCHETTI

preganziol. L’annosissima questione dell’abbandono di Villa Franchetti si arricchisce oggi di un nuovo elemento: le tasse non pagate. Tanto almeno sostiene il Comune di Preganziol che a fine anno ha recapitato alla Provincia (proprietaria dell’immobile sul Terraglio) ben tre cartelle esattoriali per un totale di 51 mila euro di Imu non pagata.

Le tre lettere dell’ufficio riscossioni del Comune riguardano tre distinti ruoli emessi dal Comune dell’hinterland trevigiano: uno per il 2012, uno per il 2013 ed uno per il 2014. Negli anni seguenti? Tutto da chiarire se ci siano altri conti in sospeso o meno. Intanto questo è quanto emerso dalle carte di Preganziol, che ha chiesto alla Provincia il pagamento del dovuto. A Sant’Artemio, nemmeno a dirlo, sono saltati sulla sedia contestando in pieno i tre avvisi di pagamento e avviando un ricorso davanti alla Commissione tributaria provinciale.

Come detto, è tutto da chiarire se queste tre cartelle siano la punta di un iceberg economico-amministrativo o solo un problema di contabilità del passato; di certo mettono il dito nella piaga di un lungo e spinoso contenzioso. Villa Albrizzi Franchetti in questi anni ne ha viste e sentite di tutti i colori. Nel palleggio di responsabilità tra la Provincia (proprietaria) e Fondazione Cassamarca (cui il bene è dato in concessione trentennale) sono salite all’onore della cronaca ipotesi di vendita, grandi accordi di valorizzazione, progetti di rilancio come “buon retiro” universitario o centro studi.

Alla fine, non si è fatto nulla. E perfino la manutenzione del bellissimo parco e di parte degli edifici è stata messa in predicato scatenando le proteste dei cittadini che da tempo chiedevano che la villa fosse aperta al pubblico. Nel maggio scorso l’accordo con cui Fondazione si impegnava a rimettere in sesto i giardini, ma sul futuro dell’immobile e dei suoi annessi nulla.

A dimostrare a tutti la situazione di stallo e incertezza, se ce ne fosse ancora bisogno, c’è il cancello di ingresso al parco. Il parapetto è stato abbattutto da un’auto in corsa mesi fa. Il cemento spaccato è ancora lì, segnato da nastri bianco rossi. Di restauro o cantiere non se ne parla nemmeno. Prima comunque... ci sarebbero da pagare quelle tasse. —

Federico de Wolanski

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