Frenata dei consumi a Nordest, nel mese di gennaio -25%
A dirlo è l’ultima edizione dell’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e retail non food elaborato da Confimprese ed EY

PADOVA. I consumi in regione in calo di un quarto rispetto a due anni fa. A differenza dell’industria, che ha già riagguantato i livelli pre-pandemici alla fine del 2021, e del Pil nel suo insieme che vi tornerà entro la fine di questo trimestre, i consumi restano ancora distanti. Con il Triveneto che paga più di altri territori il calo del turismo.
Si può sintetizzare così l’ultima edizione dell’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e retail non food elaborato da Confimprese ed EY.
Nel mese di gennaio la spesa nei tre comparti è risultata del 25,1% più bassa rispetto a gennaio 2020, con il Veneto che fa registrare la peggiore performance a livello regionale (-30,7%) e il Friuli Venezia Giulia che limita i danni (-24,4%) piazzandosi al sesto posto. Le cose vanno meglio nel Centro-Sud, meno impattato dalla prima ondata pandemica, con la Puglia che fa meno peggio delle altre (-17,4%), davanti all’Abruzzo (-18,0%). A livello di macroaree, il Centro chiude a -23%, seguito dal Sud -23,6% e dal Nord-ovest -25,2%. Nord-est l’area peggiore -28,3%.
A livello di settori, molto male la componente abbigliamento e accessori, con i consumi crollati del 38,5% nel confronto con gennaio 2020. Lo smartworking, che ormai interessa oltre 7 milioni di lavoratori e che è destinato a trasformarsi da modalità emergenziale di svolgimento dell’attività lavorativa in strutturale per molti profili, sta impattando pesantemente.
La stessa ragione zavorra la ristorazione, che tuttavia limita il calo al 18% grazie alla componente della cena fuori casa. Infine, il retail non food ritorna ai livelli pre-pandemia, grazie alla ripresa dei consumi riguardanti beni di consumo e beni durevoli. A livello di categorie commerciali, i negozi di prossimità confermano una maggiore capacità di tenuta (-12,9% su gennaio 2020) rispetto a centri commerciali (-33%) e high street (-30,9%).
«Gennaio segna una battuta di arresto verso il recupero dei livelli pre-pandemia» commenta Mario Maiocchi, direttore del centro studi retail di Confimprese. «La ripresa emersa a fine 2021 si è indebolita. Siamo alle prese con un cambio di passo a causa dei fattori congiunturali che impattano sulle decisioni di acquisto delle famiglie e sui conti delle imprese. A incidere maggiormente sull’andamento dei consumi. I saldi, partiti male, non hanno fatto recuperare il terreno perso. Recrudescenza della pandemia, inflazione e caro energia – continua – impattano negativamente sulla stabilità dell’economia e gelano la propensione all’acquisto dei consumatori».
Il calo dei contagi registrato nelle ultime settimane fa ben sperare per il prossimo futuro. In particolare, con l’attenuarsi dell’emergenza sanitaria è attesa una ripresa del turismo, che dovrebbe portare una boccata d’ossigeno alle città più penalizzate in questo biennio, tra cui le nordestine Venezia e Verona.
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