Unicredit, Orcel taglia l’esposizione in Generali sotto il 2%
Trimestre record con 2,6 miliardi di utile e ritorno sul capitale al 19%. L’amministratore delegato: «In Italia pronti solo a operazioni di vero valore, ma la crescita resta organica»

La partecipazione di Unicredit in Generali «è stata ridotta in modo significativo, direi al di sotto del 5%, e considerando la copertura siamo ben al di sotto del 2%». Andrea Orcel, ceo del gruppo di Piazza Gae Aulenti, lo ha annunciato nella call con gli analisti in occasione della presentazione dei risultati trimestrali. «Ciò che rimane è coperto al ribasso: non volevamo pesare sull’azienda ed è quello che abbiamo fatto», ha spiegato, aggiungendo che la quota nel Leone di Trieste «non è strategica e potenzialmente potremmo ridurla ancora».
Una mossa che chiude di fatto una delle partite finanziarie più osservate degli ultimi mesi, quella del legame fra la banca guidata da Orcel e il gruppo assicurativo triestino, con cui Unicredit aveva avviato un dialogo nel 2023, poi congelato.
Sul fronte industriale, Orcel ha ribadito la linea di prudenza su eventuali operazioni straordinarie in Italia: «Se ci sono buone opportunità di M&A siamo pronti a muoverci, ma crediamo di poter ottenere molto organicamente, e lo dimostreremo fino al 2026-28. L’Italia sta vivendo un rinnovato slancio, e oggi creare valore passa più dalla crescita interna che da operazioni complicate da approvazioni normative e politiche».
Intanto, i conti confermano la fase d’oro di Unicredit: nel terzo trimestre l’utile netto si è attestato a 2,6 miliardi di euro, mentre nei primi nove mesi del 2025 ha raggiunto 8,7 miliardi, in crescita del 13% rispetto allo stesso periodo del 2024. I ricavi netti trimestrali, pari a 6,1 miliardi, sono saliti dell’1,2% anno su anno, con un margine d’interesse di 3,4 miliardi e commissioni e risultato assicurativo per 2,1 miliardi.
Il gruppo segna così 19 trimestri consecutivi di crescita, con un ritorno sul capitale tangibile (Rote) del 19,1% nel trimestre e del 21,7% nei nove mesi. I costi operativi si mantengono sotto controllo (-0,1% rispetto all’anno precedente) e il costo del rischio resta su livelli storicamente bassi, pari a 10 punti base.
Il Cet1 ratio si attesta al 14,8%, anche dopo l’impatto dell’ingresso del 26% in Commerzbank, restando ampiamente sopra il target manageriale (12,5-13%). Nel trimestre sono stati generati organicamente 89 punti base di capitale, equivalenti a 2,6 miliardi di euro, a supporto di una distribuzione agli azionisti di pari entità.
«Confermiamo la guidance di un utile netto di circa 10,5 miliardi nel 2025, prima di ogni ulteriore iniziativa manageriale – ha concluso Orcel –. Siamo sulla buona strada per il nostro miglior anno di sempre. Questi risultati riflettono la disciplina nella nostra strategia e la capacità di creare valore sostenibile per tutti gli stakeholder».
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