UniCredit al bivio sul matrimonio con Banco Bpm
Domenica 11 maggio il Cda dell’istituto di piazza Gae Aulenti è stato convocato per approvare i conti del primo trimestre. Sul tavolo potrebbero non esserci solamente i numeri: il vero nodo resta l’Offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata su Banco Bpm

È iniziata una settimana decisiva per il riassetto del sistema bancario italiano, con i riflettori puntati prima di tutto su UniCredit. È stato infatti convocato per domenica il Cda dell’istituto di piazza Gae Aulenti per approvare i conti del primo trimestre. Con questa mossa, la banca guidata da Andrea Orcel chiuderà la stagione delle trimestrali delle big italiane del credito: tutte le altre renderanno noti i propri risultati tra oggi e venerdì.
Ma sul tavolo del Cda di UniCredit potrebbero non esserci solamente i numeri: il vero nodo resta l’Offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata su Banco Bpm. Un’operazione finita da settimane sotto la lente del governo e che potrebbe subire uno stop.
Secondo indiscrezioni riportate ieri da la Stampa, le rigide condizioni imposte dall’esecutivo attraverso il meccanismo del golden power stanno rendendo infatti l’operazione sempre meno conveniente per UniCredit, spingendo il vertice della banca milanese a valutare un possibile dietrofront. A oggi, nessuna decisione ufficiale è stata presa, ma l’ipotesi non smentita di un passo indietro è tutt’altro che remota.
Andrea Orcel potrebbe decidere di rinunciare all’aggregazione con Banco Bpm per concentrarsi su altri importanti dossier aperti, come quello su Commerzbank. Anche su questo fronte, però, i venti contrari non mancano: l’interesse verso l’istituto tedesco potrebbe incontrare l’opposizione del governo di Berlino, replicando in Germania quanto sta accadendo in Italia.
«Ci sembra il caso che dicano se l’offerta va avanti o se si ferma», ha dichiarato l’amministratore delegato Giuseppe Castagna durante l’ultima assemblea degli azionisti. Ancora più diretto il presidente Massimo Tononi: «L’incertezza sulle decisioni di UniCredit dura da settimane e inizia a essere poco apprezzabile e poco ragionevole». Un silenzio che il governo anche ieri ha commentato con distacco. «Fanno quello che vogliono», ha tagliato corto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Nel frattempo vanno avanti le altre due grandi operazioni: l’Ops di Mps su Mediobanca e la parallela Ops di Piazzetta Cuccia su Banca Generali. Un’operazione, quest’ultima, che il cda del Leone potrebbe iniziare a esaminare già il 7 maggio, come confermato dal presidente Andrea Sironi, per stabilire il percorso di valutazione che verrà intrapreso. Ma l’Ops su Banca Generali ha trovato il 5 maggio anche l’apprezzamento dell’Ad di Banca Mediolanum, Massimo Doris, che l’ha definita «una bella operazione, con un senso industriale molto chiaro». In occasione della convention della banca a Torino, Doris ha ricordato come il rafforzamento nel wealth management fosse un obiettivo esplicito già con la trasformazione di CheBanca! in Mediobanca Premier.
Doris ha anche svelato di essersi sentito telefonicamente con Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, per discutere i dettagli dell’operazione. Tuttavia, ha precisato che non vi è ancora stato un incontro formale e che ogni decisione sarà valutata in modo collegiale.
A questo proposito, Banca Mediolanum ha annunciato la convocazione di due consigli di amministrazione ad hoc – uno per Mediolanum e uno per Mediolanum Vita – per stabilire la posizione da adottare in vista dell’assemblea di Mediobanca prevista per il 16 giugno.
I due board dovranno anche esaminare un’altra variabile: l’Ops lanciata da Mps su Piazzetta Cuccia. «Discuteremo se accettarla o meno», ha confermato Doris, rimarcando come il peso azionario del gruppo (pari al 3,49%) renda necessaria una riflessione accurata.
In una settimana che si preannuncia densa di decisioni cruciali, tra trimestrali da approvare, operazioni da valutare e strategie da ricalibrare, il sistema bancario italiano si trova a un bivio. UniCredit, Banco Bpm, Mediobanca, Generali e Monte dei Paschi di Siena: tutti i protagonisti sono sulla scena. L’esito del confronto, però, è ancora tutto da scrivere.
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