Un veneto su quattro investe in fondi

In Friuli Venezia Giulia i risparmiatori che si affidano alle gestioni sono il 22,8% con la provincia di Pordenone in vetta. Aumentano gli investimenti delle donne, mentre gli under 40 si affidano ai Pac

Luigi Dell'Olio

Oltre un quarto dei veneti e oltre un quinto dei residenti nel Friuli Venezia Giulia investe in fondi comuni, con quote in crescita rispetto allo scorso anno, anche se poi non mancano le differenze a livello provinciale.

È quanto emerge dal confronto tra la lettura dell’Osservatorio annuale sui sottoscrittori di fondi comuni in Italia, presentato a Milano da Assogestioni, e lo spaccato regionale curato dall’Ufficio Studi dell’associazione in esclusiva per i quotidiani del gruppo Nem.

Dall’analisi emerge che, a fine 2024, in Veneto gli investitori in fondi comuni risultavano essere il 25,3% dei residenti maggiorenni (tra le province, al top c’è Belluno con il 28,9%, in coda Rovigo con il 22,2%), mentre in Friuli Venezia Giulia il 22,8% (Pordenone tocca il 25,9%, Gorizia si ferma al 17,9%) contro il 19,7% della media nazionale, «Zavorrata dalla situazione nel Mezzogiorno+Isole, macroarea in cui il 70% del patrimonio liquido è focalizzato su depositi e conti correnti», segnala racconta Riccardo Morassut, senior research analyst dell’ufficio studi di Assogestioni, originario di Pordenone.

Il quale ricorda come mantenere i risparmi su strumenti finanziari improduttivi comporti una perdita di ricchezza in termini reali, a fronte dell’effetto di erosione esercitato dall’inflazione.

Per altro, l’incidenza nelle due regioni nordestine è in crescita rispetto alla rilevazione dello scorso anno, quando il Veneto si era fermato al 24% e il Fvg al 21,7%.

In totale investiti in fondi ci sono complessivi 61,3 miliardi in Veneto, con Verona prima provincia con oltre 13,2 miliardi e oltre 47 miliardi in Fvg con Udine prima provincia con più di 5,8 miliardi.

Segnali di una crescita di cultura finanziaria nell’area che fa ben sperare se si considera il ruolo che gli investimenti possono rivestire per sostenere non solo le finanze personali, ma anche l’economia reale.

Complessivamente sono 11,6 milioni (500 mila in più tra il 2023 e il 2024) gli italiani che investono in fondi, con una quota pro-capite di 52 mila.

Su questo fronte Veneto e Friuli Venezia Giulia sono più indietro.

Nel primo caso, la media è di 49.916, con Verona oltre i 56 mila e Vicenza sopra quota 53 mila, mentre Rovigo resta poco sopra quota 40 mila.

In Fvg la media è di 47.104 euro, con Trieste a 57 mila e Pordenone a 43 mila. «Le differenze rispecchiano in buona parte i livelli di ricchezza dei vari territori, ricordando che in Italia i patrimoni più elevati generalmente fanno capo a persone avanti con gli anni», aggiunge Morassut.

«Dal nostro censimento emerge che nel 2024 circa un milione e mezzo di italiani ha investito per la prima volta in fondi comuni, a dimostrazione di una crescente attenzione al tema della pianificazione finanziaria».

A livello nazionale, le donne costituiscono il 47% del totale, incidenza che sale al 48% in Friuli Venezia-Giulia e scende al 45% in Veneto.

Nel corso del tempo la quota delle donne è cresciuta.

Basti pensare che nel 1996 si fermavano al 36% a livello nazionale.

Un progresso letto come un fatto estremamente positivo da parte degli analisti dato che l’indipendenza finanziaria è una condizione cruciale sulla strada verso la parità.

L’età media nazionale dei sottoscrittori è di 61 anni a livello nazionale e in Veneto (63 in Fvg per le già citate questioni anagrafiche), con la generazione dei boomers che pesa per il 41% del totale.

Infine, l’approccio all’investimento in fondi da parte dei giovani è caratterizzato da una forte propensione verso i Pac (piani di accumulo del capitale), scelti dal 50% degli under 40 contro il 21% del dato complessivo. —

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