Tassi, l’Euribor in lieve calo. Si allenta la stretta sui mutui

Poco più di un decimo di punto. È il calo che ha interessato nell’ultimo mese l’Irs a dieci anni e l’Euribor a tre mesi, i principali benchmark di riferimento per la costruzione dei mutui rispettivamente a tasso fisso e variabile. Una contrazione limitata, ma significativa dopo un anno e mezzo di rialzi quasi ininterrotti. Si tratta di un buon viatico per i prossimi mesi, in attesa che la Bce faccia chiarezza su un possibile allentamento monetario, che favorirebbe l’accesso al credito da parte degli italiani. L’attesa del mercato è per un livello dell’Euribor intorno al 2,3-2,4% entro la fine di quest’anno (un punto e mezzo rispetto a oggi) e al 2% il prossimo. In concreto, le mosse dell’istituto di Francoforte saranno indirizzate innanzitutto dall’andamento dell’inflazione, con un primo responso atteso domani, quando sarà reso noto il dato di dicembre.
La frenata
Se il rallentamento troverà conferma in un arco almeno trimestrale, è probabile un primo taglio dei tassi ufficiali già nel secondo trimestre. Il che ridarebbe vigore al mercato dopo la debolezza dell’ultimo anno. A breve saranno disponibili i dati del 2023 e l’attesa degli analisti è per un calo delle compravendite di poco superiore al 10%, a fronte di un crollo dei mutui intorno al 40%. Questo il dato nazionale perché, secondo le rilevazioni di Kiron (gruppo Tecnocasa), nel primo semestre le erogazioni in Friuli Venezia Giulia hanno registrato una contrazione del 33%, in linea con il dato nazionale, mentre il Veneto ha fatto appena meglio (-31%). La tenuta degli acquisti sta a indicare che molte famiglie hanno dato fondo ai propri risparmi pur di non rinunciare all’acquisto di un immobile. Non necessariamente con finalità di abitazione, ma in molti casi con l’obiettivo di utilizzarlo per gli affitti brevi e ricavare così una fonte ulteriore di reddito oltre al lavoro.
Immobiliare: prezzi stabili
Questo scenario spiega perché, nonostante il caro-mutui e la crescita debole dell’economia, i prezzi sono fin qui rimasti sostanzialmente stabili. Anche se, segnalano gli addetti ai lavori, con un po’ di pazienza è possibile spuntare sconti maggiori rispetto al solito rispetto al prezzo di vendita. Di positivo c’è che il sistema bancario è molto più solido di qualche anno fa e questo crea le condizioni per politiche del credito espansive.
La domanda
Francesca Nieddu, direttrice regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia di Intesa Sanpaolo, segnala una forte domanda da parte dei giovani, ai quali l’istituto propone un mutuo fino al 100% del valore d’acquisto, e per i mutui green. «Le soluzioni di finanziamento sono disponibili non solo per chi vuole acquistare o costruire un immobile con elevata efficienza energetica, ma anche per aiutare chi ne vuole migliorare il rendimento energetico attraverso, ad esempio, la sostituzione di infissi e di caldaie ad alte rese, l’acquisto di mezzi ecologici e l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici», sottolinea.
Stretta Superbonus
La nuova stretta al Superbonus – con la detrazione che scende di 20 punti, al 70% - promette di spingere gli acquisti del nuovo. Mentre resta da capire l’impatto degli incentivi sul mutuo prima casa, con la garanzia pubblica all’80% che quest’anno non riguarderà più solo i giovani fino a 36 anni, ma anche le famiglie numerose. Nel primo caso l’accesso è consentito a chi ha un Isee non superiore a 40 mila euro, nel secondo si arriva fino ai 50 mila euro in caso di cinque figli under 21. Tuttavia gli under 36 perderanno i benefici previsti fino al 2023 sull’acquisto prima casa, per cui tornano a pagare le imposte di registro.
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