Safilo, il crollo in Borsa e l’aumento di capitale: negli ultimi quattro anni perdite per oltre 653 milioni di euro
Il cda decide di convocare l’assemblea per votare un aumento di capitale da 135 milioni finalizzato al rimborso di un finanziamento concesso proprio dall’azionista di maggioranza circa un anno fa. Motivo: un tasso di interesse del 9 per cento, troppo costoso per portarlo a scadenza

PADOVA. Un altro aumento di capitale per Safilo, il secondo in meno di 4 anni. E la Borsa non ha gradito. La notizia è stata data nella serata del 29 di giugno: il cda decide di convocare l’assemblea per votare un aumento di capitale da 135 milioni finalizzato al rimborso dello shareholder loan e alla crescita.
Che significa? Semplice Multibrands, azionista di riferimento del gruppo dell’occhialeria a sua volta controllato da HAL Holding, nel 2020 ha prestato a Safilo 90 milioni di euro per chiudere velocemente due acquisizioni molto interessanti, almeno sulla carta. Si tratta di Privé Revaux, completata il 10 febbraio 2020 e Blenders Eyewear, chiusa il 1° giugno 2020. Il problema di questo finanziamento è che ha un tasso fuori dal mercato pari al 9 per cento e quindi l’intenzione è di chiudere in fretta proprio per evitare di pagare interessi eccessivi. A dirlo è la stessa Safilo nella sua nota: “ Il rimborso dello Shareholder Loan rispetto alla sua scadenza, fissata al 31 dicembre 2026, consentirà al Gruppo un sostanziale risparmio di oneri finanziari per interessi passivi, pari ora al 9% per ciascun anno di durata residua del finanziamento. Al 30 giugno 2021, l’importo del finanziamento in linea capitale diviene pari a ca. Euro 96,5 milioni (Euro 93,5 milioni al 31 dicembre 2020), inclusi gli interessi di competenza capitalizzati”. Che detto diversamente significa che Multibrands per questi 90 milioni di prestito finora ha ricevuto 6,5 milioni di euro di interessi. E la stessa Multibrands è disposta a sottoscrivere il proprio pro-quota dell’aumento di capitale ed eventualmente a garantire anche l’inoptato.
Però il mercato non è convinto di questa scelta, tant’è che il titolo è arrivato a lasciare sul terreno oltre il 18 per cento. Una reazione che aveva previsto anche Equita. Nel suo morning note aveva sottolineato che “Il mercato si attendeva un rifinanziamento dello
shareholder loan attraverso nuovo debito e non interamente via nuovo equit”. Aggiungendo che le ipotesi speculative sul titolo, in parte anche collegate alla cessione di GrendVision a Essilux da parte di Hal perdono credibilità nel breve termine. Infine sottolineano che l’acquisizione di GrandVision crea ulteriore rischio da gestire.
Questo è il secondo aumento di capitale dal 2018, quando si utilizzo la ricapitalizzazione proprio per rimborsare un finanziamento, la cifra sempre di 150 milioni si attirò le polemiche degli azionisti di minoranza. Al tempo, infatti, la posizione finanziaria netta di giugno 2018 mostrava una cassa con 112 milioni, come dire l’azienda, volendo, avrebbe avuto parte della liquidità e avrebbe potuto chiedere una minore ricapitalizzazione. Al tempo però si disse che le banche chiedevano un impegno di quel tipo per garantire il rifinanziamento della parte restante del debito. Nel 2021 la situazione non è molto dissimile, gli ultimi dati mostrano una disponibilità di cassa per circa 89 milioni di euro. Però anche questa volta si fa ricorso ad un aumento di capitale, che l’azionista di riferimento sottoscriverà, di fatto, per rimborsare se stesso.
Nel mezzo ci sono i risultati, che scontano tante cose, l’addio delle licenze di Lvmh, Dior e Fendi, e di Kering, come l’addio di Gucci tramutato in un contratto di fornitura. Gli imponenti tagli dei costi con misure drastiche dal punto di visto lavorativo, con la chiusura del sito di Martignacco e il ridimensionamento di Longarone. E ci sono anche i risultati finanziari, che sono pesantissimi. Dal 2017 al 2020, quattro esercizi in tutto, le perdite sono state tremende: 653 milioni di rosso complessivo, nel 2017 la perdita è stata di 251 milioni, -32 milioni nel 2018, -301 milioni di euro nel 2019 e -69,4 milioni nel 2020.
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