Patuelli confermato al vertice dell’Abi Giorgetti: sul debito target raggiungibili

Il ministro: «Non serve una manovra lacrime e sangue»

Il leader dell’Associazione bancaria: risparmio, troppe tasse

Michele Di Branco

Il risparmio è un elemento fondamentale per la tenuta dell'economia ma i risparmiatori in Italia sono sottoposti a «una pesante tassazione che spesso li orienta ad investire all'estero». Nel giorno della riconferma ai vertici dell'Abi da parte del nuovo consiglio, Antonio Patuelli invita il governo a ridurre il prelievo che, ha ricordato il presidente nel corso dell'assemblea, mangia circa il 60% del reddito lordo prodotto dalle banche in quanto si sommano l'Ires, l'addizionale del 3,5% e quelle locali, la cedolare secca sui dividendi, l'Irap, l'Imu e l'imposta del bollo.

Antonio Patuelli
Antonio Patuelli

Nel suo intervento Patuelli ha affrontato il tema del negoziato sulla composizione dei vertici delle istituzioni europee esortando l'Italia a essere fra i protagonisti della nuova Commissione europea, con una importante responsabilità in materia economica e una vicepresidenza. E ancora sui temi di politica economica, il numero uno dell'associazione bancaria ha invocato «misure per favorire il lavoro giovanile e il patrimonio delle imprese». Patuelli ha chiesto «che venga ripensata l'Ace per favorire le imprese a rafforzare le solidità indispensabili per nuovi investimenti». «L'Italia - ha aggiunto - deve sviluppare nuovi progetti per favorire le iniziative economiche e di lavoro dei giovani, non solo per l'acquisto della prima casa, per fornire ai giovani più possibilità di lavoro qualificato, competitive con quelle degli altri Stati europei». In tema di politica bancaria comunitaria, Patuelli ha auspicato «il completamento delle Unioni bancaria e dei mercati dei capitali da realizzare con un “disegno centrale”, evitando la moltiplicazione delle norme, favorendo la competitività delle banche nella Ue e la prevenzione nelle crisi bancarie, con i Fondi interbancari che debbono essere preferiti alle più costose risoluzioni e a misure come il bail in».

I temi di finanza pubblica al centro dell'intervento di Giancarlo Giorgetti. «Non serve una manovra lacrime e sangue per ridurre il debito. In un contesto globale instabile e incerto l’economia italiana conferma un’ottima tenuta, gli andamenti macroeconomici sono positivi», ha sottolineato il ministro dell’Economia. L'esponente del governo Meloni ha aggiunto che «negli ultimi tre anni l’andamento della crescita è stato più sostenuto di altri paesi dell’area euro. I dati del primo trimestre sono in continuità con questo. Il rialzo del Pil dello 0,3% è confortante perché ad oggi la crescita acquisita sarebbe già pari allo 0,6 e salirebbe allo 0,9% se le stime del governatore fossero confermate». Di qui, la conclusione di Giorgetti: «L’uscita dalla condizione di Paese ad alto debito è un obiettivo raggiungibile» e «senza una manovra lacrime e sangue». «La banca - ha aggiunto, rivolgendosi alla platea - non è un algoritmo, metteteci il cuore».

Giancarlo Giorgetti
Giancarlo Giorgetti

Prudente ma con toni incoraggianti l'intervento di Fabio Panetta. «L’economia italiana - ha detto il governatore di Bankitalia - cresce a ritmi moderati e può contare sull’irrobustimento delle imprese, la solida posizione finanziaria delle famiglie e la forza delle banche». Per Panetta si tratta di fattori che «ci consentono di guardare avanti con fiducia, ma non devono indurre a un eccessivo ottimismo». Le banche, ha continuato il governatore, «hanno ora il compito di accompagnare la ripresa della domanda, affiancando famiglie e imprese ed evitando che il credito possa costituire un freno ai consumi e agli investimenti».

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