Nei crediti deteriorati, l’Italia da grande malata a virtuosa d’Europa
L’Npl Meeting 2025 di Banca Ifis: sui due anni aumento in Germania e in Francia. Fa meglio il Sud del continente: nel Belpaese calo di 8 miliardi e in Spagna di 5

Non solo sul fronte del debito pubblico. L’Italia è diventata un Paese virtuoso anche per quel che concerne i crediti bancari diventati di difficile esigibilità. È il quadro emerso dall’Npl Meeting 2025 organizzato a Mestre da Banca Ifis, presso la propria sede di presso la sede di Villa Fürstenberg. Nel secondo trimestre di quest’anno, lo stock totale di Npe lordi (concetto più ampio degli Npl, in quanto indica tutte le esposizioni deteriorate verso i debitori, includendo quindi anche finanziamenti diversi dai prestiti, come anticipazioni e altri strumenti creditizi) delle banche significative operanti nell’Ue si è attestato a quota 373 miliardi di euro, vale a dire tre miliardi in meno rispetto alla fine del primo trimestre.
Se invece il confronto viene fatto a due anni – in modo da avere un quadro più affidabile e non dipendente da fatti straordinari – vi è stato un aumento dei crediti deteriorati sia in Germania (nell’ordine di 14 miliardi di euro), sia in Francia (più 12 miliardi). All’opposto i Paesi del Sud Europa sono stati virtuosi, con la Spagna che ha registrato un calo di poco superiore ai 5 miliardi e l’Italia che ha sfiorato quota 8 miliardi in meno. Lo stock totale di crediti deteriorati in Italia (banche e investitori) a fine 2025 è stimato a 275 miliardi di euro.
A metà dello scorso decennio l’Italia era il grande malato d’Europa sul fronte del credito, per la presenza di bilanci ingolfati da crediti divenuti di difficile esigibilità dopo la grande crisi finanziaria del 2008 e la debole ripresa che ne è seguita. Tuttavia da quel momento buona parte degli istituti ha messo in campo aumenti di capitale che hanno permesso di affrontare l’emergenza. In parallelo si è sviluppato una nuova industry, quella degli operatori specializzati proprio nella gestione degli Npe, che hanno competenze specifiche nel recupero dei crediti, con Banca Ifis tra i principali operatori del settore.
Un aspetto negativo del nostro Paese è l’aumento dei ritardi nei tribunali, come evidenziato dal fatto che ben il 60% dei fascicoli ha più di cinque anni: dallo snellimento di questi processi dipenderà molto della capacità di recupero del sistema. In questo, le riforme in campo amministrativo previste dal Pnrr potrebbero risultare di supporto.
Analizzando più in profondità i numeri dell’Italia, emerge che le esposizioni non performanti sono cresciute come incidenza tra il 2023 e il 2024 nel comparto imprese – passando dall’1,3% all’1,8% del totale - a causa soprattutto dei settori edili, commerciale e dell’hospitality. Mentre il tasso di deterioramento del credito delle famiglie si è mantenuto allo 0,6%, in linea coi livelli degli ultimi cinque anni. Secondo le stime degli analisti, nel triennio 2025-2027 il mercato italiano dei crediti deteriorati vedrà transare volumi di Npe pari a circa 22 miliardi di euro annui, con un peso sempre maggiore del mercato secondario (cioè le cessioni di pacchetti in parte già “lavorati” da operatori specializzati).
Parallelamente, i principali operatori del settore saranno chiamati ad affrontare due grandi sfide: da una parte il consolidamento, già avviato negli ultimi due anni, dato che le dimensioni consentono di generare economie di scala; dall’altra l’adozione dell’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza dei processi.
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