Mps accelera su Mediobanca e punta al piano industriale
La lista del Cda sarà presentata entro venerdì, Grilli favorito per la presidenza. Sul tavolo di Siena i dossier su private banking, corporate e Compass

Il Monte dei Paschi stringe i tempi per definire il futuro di Mediobanca. Dopo il successo dell’Opas, che ha portato Siena a controllare l’86,3% di Piazzetta Cuccia, l’agenda è fittissima: entro venerdì il consiglio di amministrazione di Rocca Salimbeni, guidato dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio e presieduto da Nicola Maione, dovrà approvare la lista dei candidati per il nuovo board da presentare all’assemblea del 28 ottobre.
Con oltre venti nomi in valutazione grazie al lavoro di Korn Ferry, il comitato nomine è al lavoro per proporre al consiglio il ticket presidente–amministratore delegato. In cima alle preferenze per la presidenza resta Vittorio Grilli, ex ministro del Tesoro e ormai da tempo in Jp Morgan, anche se il nodo sembra essere il compenso. Per la guida operativa i nomi che stanno circolando tra gli addetti ai lavori sono Riccardo Mulone (Ubs Italia), Francesco Pascuzzi (Goldman Sachs Italia) e Giorgio Concini (Pimco), con il dibattito aperto tra profili da investment banking puro e figure manageriali più legate ai servizi finanziari italiani.
Parallelamente, Lovaglio lavora sul fronte industriale. È previsto per oggi l’arrivo a Siena dei manager di Mediobanca per un primo incontro operativo con le prime linee del Monte, dal vice Dg Maurizio Bai al Cfo Andrea Maffezzoni. La prossima settimana l’appuntamento sarà ricambiato a Milano. Al centro del confronto, le aree dove si possono sviluppare sinergie: private banking, Mediobanca Premier, corporate e investment banking e credito al consumo con Compass. Il Ceo punta a presentare alla Bce entro sei mesi un piano industriale accelerato, che disegni le nuove traiettorie di crescita. Resta sullo sfondo la prospettiva di una fusione, operazione che richiederebbe tempi tecnici più lunghi: assemblee straordinarie e un aumento di capitale di Mps riservato agli azionisti Mediobanca che non hanno aderito all’Opas. Difficile dunque che possa concretizzarsi entro l’anno, ma è una possibilità che i vertici considerano sempre più concreta.
Intanto, con il regolamento delle azioni aderenti all’offerta, prende forma il nuovo assetto azionario: Delfin intorno al 18%, Caltagirone all’8-9%, Tesoro al 5%, Banco Bpm con Anima al 4-5%. Un equilibrio che ridisegna i rapporti di forza nel gruppo e accompagna la crescita di Borsa: la capitalizzazione del Monte, risalita a 20 miliardi dopo la chiusura della prima finestra dell’Opas, potrebbe già nelle prossime settimane spingersi a 25 miliardi. Sul fronte politico, intanto, il dibattito resta acceso. A Siena, davanti alla storica sede di Mps, la segretaria del Pd Elly Schlein ha accusato il governo di aver favorito nel risiko bancario una cordata «più vicina o amica», trascurando temi come l’auto e l’ex Ilva. Un segnale di quanto le mosse di Mps non siano solo una partita finanziaria, ma politica.
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