Montepaschi oltre il 70%, la fusione con Mediobanca ormai a portata di mano
Nel giorno delle dimissioni i vertici di Piazzetta Cuccia hanno continuato a vendere le proprie azioni. Nagel ha incassato un totale di 53 milioni di euro

Mps è salita al 70,48% del capitale di Mediobanca alla vigilia della fine della sua offerta pubblica, conquistando anche il controllo dell'assemblea straordinaria, per la quale è sufficiente disporre del 66,7% del capitale. Un balzo rispetto al 64,68% della vigilia.
Nella seduta di ieri sono state consegnate 66,6 milioni di azioni, pari a poco meno del 6% del capitale. Le azioni acquistate ieri in Borsa e quelle che saranno acquistate lunedì, ultimo giorno in cui sarà possibile aderire all'Opas, non potranno essere apportate all'offerta.
Il traguardo dei due terzi di adesioni è una soglia chiave che ora apre ufficialmente la strada alla fusione tra i due istituti, consentendo così di realizzare a pieno le sinergie attese dal piano annunciato dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio (incluso un eventuale delisting della banca d’affari milanese). Ufficialmente su tavolo, a questo punto, anche il delisting di Piazzetta Cuccia.
Ieri è emerso anche che i vertici di Mediobanca, nel giorno in cui si sono dimessi insieme al resto del cda, hanno continuano a vendere sul mercato le loro azioni, ottenute per i risultati raggiunti negli anni di lavoro nella banca.
Il presidente Renato Pagliaro, in carica fino all'assemblea del 28 ottobre, ha ceduto 100 mila azioni a un prezzo medio di 21,37 euro l'una, il direttore generale Francesco Saverio Vinci 112.688 pezzi a 21,57 euro ciascuno e l'ad Alberto Nagel 465.222 azioni a 21,41 euro l'una. Nagel ha così incassato 10 milioni di euro che si aggiungono ai 43 milioni delle precedenti vendite arrivando a una cifra di oltre 53 milioni di euro.
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