Mediobanca rinviata l’assemblea al 25 settembre

Alla vigilia del voto sull'ops Banca Generali, il board convocato in una riunione straordinaria ha deliberato di posticipare la data dell’assise dei soci

Mediobanca rinvia l’assemblea per votare l’ops su Banca Generali. L’assise dei soci, chiamata per decidere sull’operazione da 6,3 miliardi con la quale Piazzetta Cuccia punta all’acquisizione del controllo della Banca del Leone e contestualmente all’uscita dal capitale della compagnia triestina, era prevista per il 16 giugno. Tuttavia, il consiglio della banca milanese ha deciso di rimandare il voto.  Il board ha deliberato di rinviare al 25 settembre 2025 la data dell’Assemblea ordinaria.

“L’attività di engagement pre-assembleare ha confermato l’esistenza di un largo supporto del mercato all’Offerta, testimoniato anche dai pareri favorevoli unanimi dei proxy advisors” si legge nella nota.

Al tempo stesso alcuni soci, titolari di un investimento sia in Mediobanca che in Assicurazioni Generali, recita ancora la nota, “hanno sottolineato l’esigenza di conoscere le valutazioni e l’orientamento di Generali rispetto alla proposta di Mediobanca al fine di potersi esprimere nell’assemblea”, anche considerando che l’adesione del Leone di Trieste, si legge ancora, “è essenziale per il perfezionamento dell’operazione (vista la soglia minima irrinunciabile del 50+1% apposta da Mediobanca all’Offerta)”.

Al riguardo, solo lo scorso giovedì 12 giugno, a ridosso della riunione assembleare del 16 giugno, Generali ha divulgato un comunicato stampa segnalando – per la prima volta – di aver avviato un processo di analisi della proposta avanzata da Mediobanca e delle sue implicazioni commerciali, economiche e di valore.

“Tale elemento di novità richiede di tener conto delle disponibilità e delle tempistiche di Generali”, alla luce dell’auspicio espresso da una parte della compagine sociale, di conoscere la posizione della Compagnia sull’Offerta.

Il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca “nel riaffermare il forte razionale industriale e finanziario dell’Offerta che crea un leader italiano del Wealth Management, ha, quindi, ritenuto opportuno interpellare i soci una volta acquisito l’esito delle valutazioni di Generali”. L’Offerta, precisa l’istituto milanese, rimane valida in tutti i suoi termini, ivi la compresa la conclusione attesa per settembre/ottobre 2025.

Lunedì 16 era attesa una partecipazione record, con oltre l'80% del capitale rappresentato, e una consistente fetta dell'azionariato che resta con le carte coperte. L'a.d Alberto Nagel e i manager hanno disegnato una Mediobanca sganciata dalle Generali (una delle delibere all'ordine del giorno è l'utilizzo delle azioni ordinarie di Assicurazioni Generali quale corrispettivo dell'Ops), focalizzata sul wealth management e hanno bisogno del sostegno del 50,1% del capitale votante in assemblea.

A favore dell’operazione sono attesi schierarsi gran parte del patto di consultazione (11,8%), Unipol (con poco più del 2%) e i fondi, dopo il consiglio di votare sì dai proxy advisor.

Complessivamente pesano per il 45% del capitale della banca ma per ora solo Norges Bank (con l'1,4%) ha pubblicato la sua intenzione di voto a favore, si guarda in particolare al 3,5% di Blackrock e al 2,7% di Vanguard.

Caltagirone si oppone con il suo 10%, secondo l'imprenditore non c'è senso industriale in questa operazione e le informazioni a disposizione dei soci sono incomplete (per cui ha chiesto il rinvio dell'assemblea). Sullo stesso fronte dovrebbe schierarsi Delfin (19,8%), votando no ma basterebbe anche un'astensione, e alcune casse di previdenza (Enpam, Enasarco e Inarcassa con circa il 5,5%), si supererebbe il 35 per cento.

I Benetton con il loro 2,2 per cento non si sono ancora espressi. Mentre Unicredit che ha in portafoglio una quota dell'1,9% per conto clienti si vedrà se manterrà il pacchetto fino alla prossima chiamata dei al voto.C’è poi la quota dei fondi Amundi (gruppo Crédit Agricole) che secondo indiscrezioni di stampa avrebbe lo 0,82% di Mediobanca. Con il rinvio del voto non è detto che queste posizione vengano mantenute, anche se m

Alla finestra invece c'è tutta la politica mentre intorno si muovono magistratura e Gdf che indagano sugli intrecci del risiko bancario. Acquisiti i documenti, è cominciato il lavoro di analisi. Per ora l'unico atto esterno dell'indagine è stata, ai primi di maggio, l'operazione della Gdf nella sede di Banca Akros che con un ordine di esibizione ha chiesto, tra l'altro, mail e comunicazioni relative all'operazione.

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