Mediobanca, convocato il patto di consultazione. Fari puntati a Nord Est

Alla riunione fissata per il 19 febbraio parteciperanno anche Mediolanum e il gruppo Pittini. Da Benetton a Del Vecchio e Amenduni: tutti i protagonisti del grande risiko finanziario

 

Giorgio Barbieri
La sede di Mediobanca a Milano
La sede di Mediobanca a Milano

Nel giorno in cui Luigi Lovaglio, amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena, è volato a Londra per incontrare una serie di fondi e investitori istituzionali per spiegare il senso dell’offerta di scambio su Mediobanca, a Milano viene convocata per il prossimo 19 febbraio la riunione del patto di consultazione, che vale l’11,62% dell’istituto milanese, anche per esaminare l’Ops lanciata dal Monte su Piazzetta Cuccia.

Sarà uno dei primi banchi di prova per capire come si muoveranno alcuni azionisti di peso tra cui Banca Mediolanum, che del patto detiene il 3,49%, e la stessa famiglia Doris che, oltre a possedere il 40% di Mediolanum, è recentemente salita al 0,96% del capitale sociale di Mediobanca attraverso la holding Finprog Italia.

E in questa fase è importante prestare attenzione al calendario. Il prossimo 10 febbraio il Cda di Mediobanca approverà i conti al 31 dicembre 2024. E, alla luce delle turbolenze dell’ultima settimana, è probabile che il focus della riunione del patto di consultazione non si limiti ai soli risultati finanziari, ma includa anche un’analisi della proposta di Monte dei Paschi che, per quella data, potrebbe anche aver già presentato alla Consob il documento d’offerta con i dettagli chiave, fornendo ai soci ulteriori elementi per valutare l’operazione.

Un’operazione che, come ormai è chiaro a tutti i contendenti, ha come vero obiettivo la conquista a ruota delle Assicurazioni Generali. E in questa partita giocheranno un ruolo decisivo, se non proprio di ago della bilancia, pezzi pregiati dell’economia del Nord Est: dalla famiglia Del Vecchio, attraverso Delfin, ai Benetton, dai Doris al gruppo Pittini di Osoppo alle Acciaierie Valbruna della famiglia Amenduni. Sarà interessante capire se Francesco Milleri e Francesco Gaetano Caltagirone, registi dell’operazione assieme al governo che attraverso il Mef detiene oltre l’11% di Rocca Salimbeni, saranno in grado di coalizzare un nocciolo duro di azionisti di un territorio che di solito si muove in ordine sparso.

Gli occhi saranno prima di tutto puntati sulla famiglia Benetton che, attraverso Edizione, detiene il 4,8% del Leone e il 2,2% di piazzetta Cuccia. In una recente intervista al Sole 24 Ore Alessandro Benetton si era detto soddisfatto dell’andamento di Generali, «considerando il rendimento dell’azione e la remunerazione riconosciuta ai soci». Mentre, per quanto riguarda Mediobanca, nel 2023 Edizione si era schierata a favore del Cda guidato da Alberto Nagel e in precedenza, nel 2021, era uscita dal patto di consultazione per «mantenere l’assoluta neutralità» e «non schierarsi nelle vicende che occupano Mediobanca, pur esprimendo pieno apprezzamento per l’attività svolta dal suo management». Un apprezzamento che a Ponzano dovranno decidere se confermare.

Probabilmente più semplice prevedere invece le decisioni della famiglia Doris, storicamente legata alla famiglia Berlusconi e quindi forse più sensibile al pieno appoggio all’operazione da parte del governo di cui Forza Italia è azionista importante. E all’interno del patto di consultazione è presente un altro pezzo pregiato dell’economia del Nord Est, ossia il gruppo Pittini di Osoppo che detiene lo 0,41%. Anche la famiglia Amenduni, che attraverso le Acciaierie Valbruna possiede lo 0,14% di Piazzetta Cuccia e lo 0,65% di Generali, dovrà decidere da che parte stare in una contesa finanziaria che è già entrata nel vivo.

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